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Isole di cultura.pdf - Centro Documentazione Luserna

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dell’abito turchino; per la “Carità antica dei poveri”, un procuratore che annualmente dà<br />

conto dell’amministrazione davanti al parroco e al popolo della Chiesa parrocchiale, e<br />

da un collettore delle elemosine; per gli Oratori i procuratori tenutari delle Ville (frazioni)<br />

che ogni anno, a rotazione, si cambiano e i conti, dati alla presenza <strong>di</strong> tutti i terrieri,<br />

vengono riconosciuti approvati e sottoscritti dal curato del luogo. La relazione del notaio<br />

Colombo precisa inoltre che “le elemosine si spendono a beneficio e decoro <strong>di</strong> essi Oratori<br />

nei quali si celebra (ancora oggi, aggiungiamo noi) messa ogni anno nella festa del<br />

santo titolare e nelle rogazioni e alcune altre volte nell’occasione della somministrazione<br />

dei sacramenti agl’infermi e a richiesta <strong>di</strong> qualche persona devota.”<br />

Gli Oratori, <strong>di</strong>stanti “in parte mezzo miglio, in parte un miglio e parte due dalla parrocchia”<br />

sono posti sotto <strong>di</strong>versi titoli e invocazione dei santi e così <strong>di</strong>slocati:<br />

1) nella Villa Inferiore la Madonna della Neve<br />

2) nel Roncaccio Inferiore la Madonna delle Grazie<br />

3) nel Roncaccio Superiore la Visitazione <strong>di</strong> S. Maria ad Elisabetta<br />

4) sopra il Pianello e Villa del Molino le Vergine Santissima dell’Annunziata<br />

5) sopra la Villa del Toso (?) la Vergine Assunta<br />

6) nel Graziano S. Martino e Sant’Antonio da Padova<br />

7) nel Grondo S. Marco e S. Ambrogio<br />

8) nella Villa dei Prati S. Nicolao<br />

9) nella Villa Superiore S. Bernardo<br />

10) nella Villa della Sella S. Quirico<br />

11) nella Villa <strong>di</strong> Rondo S. Gottardo.<br />

Il <strong>di</strong>scorso sulle Confraternite e gli Oratori ci pone <strong>di</strong> fronte ad attività <strong>di</strong> particolare valore<br />

per capire le ra<strong>di</strong>ci e la natura del governo del paese caratterizzato da autonomia<br />

decisionale e amministrativa e da quella interazione <strong>di</strong> autorità civile ed ecclesiastica che<br />

perdureranno ben oltre l’età napoleonica e che in Rimella, a causa del particolare isolamento,<br />

risultano particolarmente accentuate rispetto alle altre Comunità della Valsesia.<br />

La vita del paese, come ci informa il professor Sibilla, era regolata dalle decisioni che le<br />

“vicinanze” prendevano nelle rispettive frazioni in pubbliche assemblee normalmente<br />

aperte ad ogni adulto del gruppo, ma <strong>di</strong> solito precluse agli esterni, che avevano luogo<br />

nella piazza antistante l’oratorio ed erano preannunciate dal suono della campana. Tutti<br />

avevano facoltà <strong>di</strong> parola anche se le decisioni ultime spettavano solo ai terrieri. Questi a<br />

loro volta eleggevano un Tesoriere dell’Oratorio che rimaneva in carica un anno e che<br />

poteva essere riconfermato. Ad evitare che una famiglia detenesse troppo a lungo i poteri,<br />

la prassi prevista dalle norme tra<strong>di</strong>zionali imponeva che si seguisse un principio <strong>di</strong><br />

rotazione o perlomeno <strong>di</strong> alternanza, prassi seguita ancora oggi per la cura degli Oratori<br />

dai pochi rimasti ad abitare nelle frazioni. Erano eleggibili solo i maschi che avessero dato<br />

prova <strong>di</strong> probità e <strong>di</strong> perfetta conoscenza delle norme consuetu<strong>di</strong>narie e dei regolamenti<br />

riguardanti le materie <strong>di</strong> interesse pubblico. Ancora nei primi decenni del Novecento<br />

il potere locale delle vicinanze, legittimato dalla tra<strong>di</strong>zione e dal consenso sociale,<br />

veniva congiuntamente esercitato dai “terrieri capi famiglia” detti “consorti” che si riunivano<br />

ancora sempre in assemblea pubblica sulla piazza davanti all’Oratorio oppure<br />

dentro in caso <strong>di</strong> maltempo o nella stagione invernale. Durante la stagione del ciclo agrario<br />

le riunioni si tenevano in scadenze fisse, ma in occasioni straor<strong>di</strong>narie o <strong>di</strong> particolare<br />

urgenza erano convocate al suono della campana. Le materie trattate erano molteplici<br />

e talvolta motivo <strong>di</strong> contrasti anche gravi contenuti però, se non superati, in un “gruppo<br />

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