Isole di cultura.pdf - Centro Documentazione Luserna
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vestitura <strong>di</strong> dette alpi. Rimella compare per la prima volta come unità inse<strong>di</strong>ativa delle<br />
singole alpi menzionate prima, <strong>di</strong>stinte una dall’altra. Le nuove clausole prevedono “che<br />
gli affittuari con le loro famiglie possono abitare nella località <strong>di</strong> Rimella, costruire case e<br />
mulini, pascolare e sfruttare i boschi, <strong>di</strong>etro un versamento <strong>di</strong> 9 lire imperiali al Capitolo<br />
<strong>di</strong> S. Giulio nel giorno <strong>di</strong> S. Martino, per 15 anni; la corresponsione della decima sui prodotti<br />
vegetali e animali, secondo la consuetu<strong>di</strong>ne delle riviere del Lago d’Orta, <strong>di</strong> un canone<br />
<strong>di</strong> reinvestitura quin<strong>di</strong>cennale <strong>di</strong> 20 sol<strong>di</strong> imperiali e infine, il riconoscimento <strong>di</strong> essere<br />
uomini (homines) sottoposti alla giuris<strong>di</strong>zione contenziosa e volontaria della<br />
canonica <strong>di</strong> S. Giulio ma non al pagamento del fodro (<strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> ospitalità ai canonici)” 19 .<br />
Altre tappe importanti sono il 1314, quando Rimella viene ricordata per la prima volta<br />
come villa , cioè villaggio, segno questo dello sviluppo anche qualitativo della comunità,<br />
e i decenni successivi quando, per la riconferma dell’affitto ere<strong>di</strong>tario dell’alpe Rimella,<br />
al posto dei capo famiglia si recano all’isola <strong>di</strong> S. Giulio due procuratori, eletti dai consoli<br />
– che Rimella come altre comunità rurali alpine del tempo era riuscita a darsi – e dai<br />
consiglieri e vicini riuniti in assemblea. Segno, questo, <strong>di</strong> una comunità che si autogovernava<br />
e che sarà connotata dall’autogoverno pur nel succedersi in quel territorio <strong>di</strong> dominazioni<br />
<strong>di</strong>verse: dall’Impero agli Spagnoli, ai Savoia, a Napoleone.<br />
Dalle carte seguenti quella del 1314, risultano le tormentate vicende fra Rimella e il Capitolo<br />
dell’isola <strong>di</strong> S. Giulio e l’ultima testimonianza a noi nota dell’esistenza del Comune<br />
consolare a Rimella ancora nel 1394, anche se ridotto ormai a pure funzioni amministrative,<br />
come rileva Augusto Vasina alla fine del citato articolo aggiungendo, a<br />
conclusione, che se alla fine del Trecento “si sono vieppiù venuti precisando i lineamenti<br />
demico-inse<strong>di</strong>ativi ed economico-sociali della comunità rimellese, altri aspetti essenziali<br />
della sua presenza storica – ad esempio quelli <strong>cultura</strong>li e religioso-ecclesiali – ci restano<br />
tuttora sconosciuti; come del resto ignoriamo ancora il processo <strong>di</strong> integrazione<br />
della comunità walser nel contesto valsesiani fra Me<strong>di</strong>oevo ed Età Moderna. Ma questo è<br />
un capitolo <strong>di</strong> storia locale tutto da riscoprire” 20 . Riscoperta non facile, aggiungiamo noi,<br />
anche a causa degli incen<strong>di</strong> che hanno <strong>di</strong>strutto, come abbiamo già visto, la casa prepositurale<br />
alla fine del XVII secolo, ma anche successivamente il Municipio con archivi e<br />
tutti i documenti nel <strong>di</strong>cembre 1697, nel 1813 e nel 1960; così come intere frazioni: nel<br />
1818 andò a fuoco Tser Chilcho (Chiesa) tranne l’e<strong>di</strong>ficio della chiesa; nel 1853, un incen<strong>di</strong>o<br />
<strong>di</strong>strusse tutte le case, eccetto due, alla frazione Prati, case che poi sono state ricostruite<br />
tutte in pietra. Tuttavia contributi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o apparsi con ritmo crescente sulla rivista<br />
Remmalju, ai quali faremo riferimento più avanti, mostrano quale ricchezza <strong>di</strong> dati e<br />
informazioni su importanti aspetti della vita rimellese relativi al periodo fino ad oggi poco<br />
documentato, si possono ricavare dalla ricerca negli archivi <strong>di</strong>ocesani, civici, <strong>di</strong> Stato e<br />
parrocchiali, dalle interviste a possibili testimoni, ma in particolare dallo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> rogiti<br />
notarili perché sappiamo con certezza che Rimella è stata un vivaio <strong>di</strong> notai fin dal Cinquecento<br />
e anche prima, come risulta dagli atti notarili relativi agli anni dal 1396 al 1556.<br />
19 A. Vasina, op. cit., con riferimento a “Le pergamene <strong>di</strong> S. Giulio d’Orta e dell’Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> Torino”, a<br />
cura <strong>di</strong> G. Fornaseri, Torino 1958.<br />
20 A. Vasina, ibid.<br />
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