Isole di cultura.pdf - Centro Documentazione Luserna
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sono rimasti in pochi e, oltre ai fine settimana, solo in occasione <strong>di</strong> qualche grande festività<br />
religiosa o ricorrenza civile, il paese si ripopola. Le scuole, già fiorenti fino alla metà<br />
del secolo scorso, non esistono più. I bambini (tre in tutto, <strong>di</strong> cui una in età scolare) devono<br />
essere trasportati, con grave <strong>di</strong>sagio specie nei mesi invernali, nel paese più vicino<br />
a 9 Km. <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza circa; i giovani, affascinati dalla vita più facile e godereccia della<br />
città, sono scarsamente motivati a mantenere le tra<strong>di</strong>zioni, imparare e parlare la lingua,<br />
coltivare la propria storia e curare la fisionomia del loro paese.<br />
Attualmente non c’è più crisi economica perché sono bravi muratori e guadagnano bene<br />
inoltre, siccome <strong>di</strong>verse case cominciano ad essere vendute, c’è la possibilità <strong>di</strong> lavorare<br />
in loco nelle opere <strong>di</strong> ristrutturazione e anche nella costruzione e manutenzione della<br />
viabilità.<br />
I residenti nel Comune sono attualmente 120, ma gli abitanti stabili solo una sessantina.<br />
Rimane il fatto che il Comune <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> scarse risorse finanziarie.<br />
TRADIZIONI<br />
Numerose sono le tra<strong>di</strong>zioni che hanno segnato nel tempo la vita della gente rimellese,<br />
alcune definitivamente tramontate per i cambiamenti <strong>di</strong> portata mon<strong>di</strong>ale che hanno investito<br />
negli ultimi decenni in modo massiccio anche una Rimella non più isolata, altre<br />
invece, persistenti e capaci <strong>di</strong> segnare ancora oggi momenti cruciali della vita del paese<br />
anche se il numero degli abitanti sembra avere toccato il minimo storico.<br />
La vita e la morte, due <strong>di</strong> questi cruciali momenti, sono segnalati ai rimellesi dal suono<br />
delle campane che per secoli, e prima dell’avvento dei moderni mezzi <strong>di</strong> comunicazione,<br />
ha ritmato la vita quoti<strong>di</strong>ana <strong>di</strong> questo piccolo popolo. Le campane che svolgono tuttora<br />
il loro compito, furono inaugurate nel 1923. Erano state rifuse dalla <strong>di</strong>tta R. Mazzola<br />
<strong>di</strong> Valduggia per iniziativa dell’allora parroco don Severino Vasina e col concorso finanziario<br />
<strong>di</strong> tutti i Rimellesi, anche <strong>di</strong> quelli emigrati in Francia e in Svizzera.<br />
Tralasciando i particolari relativi ai problemi <strong>di</strong> trasporto e <strong>di</strong> installazione che in un paese<br />
come Rimella erano veramente grossi (2400 Kg. <strong>di</strong> peso complessivo <strong>di</strong>stribuiti rispettivamente<br />
in 800, 600, 410, 350 e 240 Kg. fra le 5 campane da trasportare a pie<strong>di</strong> dal Grondo,<br />
posto a 980 m., alla frazione Chiesa, situata a 1200, e da issare sul campanile), ci<br />
limitiamo qui ad in<strong>di</strong>care il tipo <strong>di</strong> segnale e il significato ad esso tra<strong>di</strong>zionalmente attribuito.<br />
Ogni campana portava inciso il proprio nome, il peso, la tonalità, i nomi del padrino<br />
e della madrina e quello dei caduti in guerra ai quali era de<strong>di</strong>cata: questo anche<br />
per la seconda campana dell’Oratorio della frazione <strong>di</strong> S. Gottardo (149 Kg.) e quella <strong>di</strong><br />
S. Antonio (64 Kg.) rifuse nello stesso periodo a spese dei terrieri delle due frazioni.<br />
Attenendoci ad un documentato articolo <strong>di</strong> G. Strambo, 216 sappiamo che KAMPANUN<br />
era il nome della campana grande che portava incisi, oltre al peso anche la tonalità (mi)<br />
216 G. Strambo, Le campane <strong>di</strong> Rimella – D’Remmalju Klocke, Remmalju 1990, pag. 6–7. Osserviamo per inciso<br />
a questo punto che la grafia dei nomi in tittschu sopra riportata appare mo<strong>di</strong>ficata rispetto a<br />
quella usata nel citato articolo che risente dell’incertezza sulla grafia del tittschu nel momento in cui<br />
tale articolo era pubblicato.<br />
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