1-4 introduzione imago.qxd:cop marzo (d.s.) - Marina Militare ...
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IL PROGETTO DELLE UNITÀ NAVALI MAGGIORI<br />
moderni apparati per le comunicazioni di forma tondeggiante che «affollano» le tughe<br />
di diverse unità di superficie — ha un impatto rilevante sul disegno complessivo dell’unità:<br />
si tratta infatti di una struttura lunga circa 40 m, alta quasi 20 m ed estesa da murata<br />
a murata, raccordata a poppavia con l’hangar, che identifica immediatamente la nave<br />
e che ha evidentemente influito in maniera rilevante sulle dimensioni generali della<br />
piattaforma.<br />
Poiché non tutte le Nazioni possono permettersi di adottare strutture integrate di questo<br />
tipo, l’approccio tecnologico sviluppato in ambito europeo è stato al momento contenuto<br />
allo sviluppo di alberi integrati di varie tipologie: nel Regno Unito la tendenza è<br />
verso un ATM, Advanced Technology Mast a sezione ottagonale e materiali radar assorbenti,<br />
all’interno del quale ciascuno sensore o antenna sono stati integrati o montati in un<br />
pannello a frequenza selettiva (13). Un’innovazione in tal senso è il concetto di l’albero<br />
integrato sviluppato da Thales Nederland e dal centro olandese di ricerche navali TNO:<br />
la struttura è alta circa 10 m, è realizzata in materiali compositi e — a differenza<br />
dell’IDHA — prevede l’incorporamento parziale in essa di sensori planari, nonché l’alloggiamento<br />
di sensori rotanti comprendente quattro livelli. Quello superiore ospita un<br />
radar di navigazione, le luci di navigazione e i sensori passivi (l’ESM e un sistema elettro-ottico<br />
di visione panoramica); segue il livello che ospita un radar tridimensionale di<br />
sorveglianza aeronavale; vi è poi il livello con un radar multifunzionale e i sistemi per le<br />
comunicazioni dedicate alle capacità networkcentriche; infine, alla base dell’albero si<br />
trovano un compartimento in cui trovano posto gli apparati elettronici dei sensori radar,<br />
l’IFF e altri sistemi per le comunicazioni satellitari e data link. Una prima applicazione<br />
di questo concetto avrà luogo sui futuri «pattugliatori» olandesi — unità da 3.750 t di<br />
dislocamento e quindi dimensionalmente assimilabili più a fregate che a pattugliatori —<br />
il cui ingresso in linea è previsto nel 2012: in questo caso, l’albero è leggermente più<br />
basso e ha una struttura troncoconica sormontata da un radome che alloggia un’antenna<br />
per comunicazioni satellitari e alla cui base vi è un IFF a configurazione circolare. Gli<br />
altri livelli dell’albero vero e proprio comprendono un radar da ricerca volumetrica con<br />
sensori planari, un sensore di tipo analogo ma dedicato alla sorveglianza di superficie e<br />
un sistema passivo di sorveglianza panoramica formato da un sensore elettro-ottico e da<br />
una camera termica (14). L’esame dei vari aspetti progettuali legati a sistemi e apparati<br />
normalmente posizionati sul ponte di <strong>cop</strong>erta e sulle tughe evidenzia in sintesi una tendenza<br />
generale a rompere con gli schemi del passato e ad adottare — grazie al concetto<br />
di sovrastrutture e alberi integrati — una configurazione generale molto più pulita e<br />
meno «affollata», al fine di contribuire in maniera determinante a soddisfare i requisiti di<br />
EMC e di segnatura globale e allo stesso tempo garantire una maggiore efficacia prestazionali<br />
dei sensori che si riverbera infine sulle prestazioni globali dell’unità navale.<br />
NOTE<br />
(1) Due eccezioni alla regola del calibro maggiore riguardano la Royal Navy (dov’è presente un anacronistico<br />
114 mm) e le Marine russa e cinese (che impiegano il 130 mm di matrice russa).<br />
Supplemento alla Rivista Marittima<br />
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