1-4 introduzione imago.qxd:cop marzo (d.s.) - Marina Militare ...
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6 IL PROGETTO DELLE UNITÀ NAVALI MAGGIORI<br />
considerare la ricerca della massima qualità per il prodotto finale. Prima di procedere<br />
nell’esame delle tendenze in questo settore è necessaria una breve retrospettiva per<br />
meglio comprendere l’impatto delle nuove tecnologie sul progetto stesso e sulla<br />
costruzione di una nave da guerra.<br />
Il salto di qualità in settori chiave quali la propulsione, la generazione dell’energia<br />
elettrica, l’automazione, il comando e controllo, i sistemi d’arma, le comunicazioni e<br />
la navigazione appare evidente quando si paragonano le principali unità di scorta<br />
d’altura in voga negli anni Settanta (1) con naviglio avente le medesime funzioni e<br />
attualmente in progetto e/o costruzione presso le principali forze navali. Nel primo<br />
caso, si trattava di piattaforme con un dislocamento a pieno carico avente un valore<br />
oscillante attorno alle 5.000 t (2), armate con una batteria di almeno due torri binate<br />
di medio calibro (127 mm) disposte a prora e poppa, a cui si associavano una rampa<br />
lanciamissili e altri sistemi d’arma per il contrasto antisommergibile: le sovrastrutture<br />
erano concepite soprattutto per sorreggere adeguatamente i numerosi sensori elettronici<br />
per la sorveglianza aeronavale, la direzione del tiro e le comunicazioni. La propulsione<br />
era normalmente affidata a impianti vapore con diverse combinazioni fra<br />
caldaie e gruppi turboriduttori in grado di sviluppare una potenza massima di almeno<br />
75.000 HP a cui corrispondeva una velocità massima spesso prossima ai 35 n, raggiungibile<br />
anche grazie all’adozione di forme di scafo particolarmente snelle.<br />
La profonda articolazione di sistemi d’arma e sensori — controllati secondo un<br />
approccio scarsamente integrabile — impediva normalmente la presenza di capacità<br />
aeronautiche (ponte di volo, elicotteri imbarcati e relative sistemazioni tecniche) che,<br />
viceversa e assieme alle esigenze della piattaforma, richiedeva un equipaggio di circa<br />
500 uomini, con condizioni di vita oggettivamente «scomode».<br />
Al giorno d’oggi, l’unica similitudine col passato riguarda unicamente il dislocamento,<br />
anzi in molti casi i progetti moderni per unità con le medesime funzioni di<br />
quelle del passato sono caratterizzati da valori spesso superiori: una radicale trasformazione<br />
hanno invece avuto le forme e la configurazione di scafo e sovrastrutture,<br />
con un impatto non da poco sulle dimensioni e sui relativi coefficienti architettonici.<br />
La propulsione è affidata a una combinazione fra motori diesel e turbine a gas o ad<br />
altre soluzioni innovative, per una potenza massima sviluppata intorno ai 50.000 HP<br />
a cui corrisponde una velocità massima spesso inferiore ai 30 n e che discende dal<br />
«rilassamento» di un requisito in precedenza molto stringente. Per buona pace degli<br />
artiglieri, le torri tradizionali sono ridotte al minimo, soprattutto per dare spazio a<br />
nuove soluzioni per l’impiego dei missili e alle sistemazioni elicotteristiche: il controllo<br />
di tutto i sensori elettronici è affidato — spesso attraverso un databus a fibre<br />
ottiche — a un sistema in grado di trasformare rapidamente una serie di informazioni<br />
grezze in un quadro tattico completo e di fornire ai decisori le soluzioni d’impiego<br />
più convenienti, mentre l’equipaggio si attesta su circa 230 effettivi, con una discreta<br />
presenza femminile.<br />
Dal punto di vista operativo, l’evoluzione tecnologica ha prodotto i seguenti risultati:<br />
— un deciso incremento del rapporto fra le prestazioni della nave da guerra e le sue<br />
dimensioni;<br />
Dicembre 2010