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1-4 introduzione imago.qxd:cop marzo (d.s.) - Marina Militare ...

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IL PROGETTO DELLE UNITÀ NAVALI MAGGIORI<br />

Supplemento alla Rivista Marittima<br />

151<br />

ra, antisommergibili e antinave, posizionato a poppavia della sovrastruttura. La difesa<br />

a corto raggio è assicurata da diversi sistemi artigliereschi telecomandati di piccolo<br />

calibro — anch’essi a scomparsa — e sistemati a prora e a poppa, mentre per la protezione<br />

ravvicinata si adotta il concetto dello «scudo navale», che combina una serie di<br />

sensori e di sistemi attivi e passivi in grado di fornire una difesa adeguata contro<br />

minacce di superficie e subacquee fino a una distanza di 300 m. Il concetto Sworship<br />

fa grande affidamento sull’impiego di UVX per massimizzare le capacità della piattaforma<br />

e di conseguenza anche DCN ha sfruttato il principio della mission bay nella<br />

zona poppiera della piattaforma, cioè dove lo scafo a trimarano garantisce abbondanza<br />

di volumi: la dotazione di mezzi telecomandati comprende tre UAV a decollo verticale<br />

— movimentati dalla mission bay al sovrastante ponte di volo — e due USVs,<br />

messi in acqua tramite una gru che scorre sul cielo del locale e un portellone ricavato<br />

nell’ampio specchio di poppa. Oltre ai mezzi telecomandati, la mission bay può ospitare<br />

anche due gommoni a chiglia rigida da 11 m, mentre il ponte di volo è dimensionato<br />

per accogliere un elicottero da 10 t. L’uso degli UVX, impiegati come sensori<br />

«dispersi» ma collegati tramite data-link alla piattaforma in una sorta di mini architettura<br />

networkcentrica, ha indotto i progettisti della DCN a ritenere che l’alta velocità<br />

non fosse una priorità per questo tipo di concetto: di conseguenza, Sworship è equipaggiata<br />

con un sistema integrato di generazione di energia elettrica in cui un gruppo<br />

turbogas da 45 MW sviluppa la potenza necessaria per alimentare anche i due motori<br />

elettrici a superconduzione che azionano altrettanti pump-jet e sono in grado di spingere<br />

lo scafo a una velocità massima di 30 n: per le basse velocità, o quando la priorità<br />

riguarda la massima discrezionalità acustica, l’energia elettrica per alimentare tutti<br />

gli utenti di bordo viene prodotta da 4 gruppi di celle combustibili da 2,5 MW ciascuno.<br />

In sostanza, Swordship è certamente un concetto rivoluzionario che recepisce tutte<br />

le più avanzate tendenze progettuali, ma la sua maturazione potrà essere garantita soltanto<br />

grazie alla progressiva disponibilità dei sistemi previsti (primi fra tutti il sistema<br />

d’artiglieria a scomparsa) e soprattutto alla decisione dei potenziali clienti di compiere<br />

un deciso salto innovativo sull’approccio progettuale.<br />

Le ipotesi britanniche<br />

Nell’ormai lontano 1996, l’allora Vosper Thornycroft presentò un progetto dalle<br />

forme all’epoca veramente rivoluzionarie e relative a un’unità denominata Sea Wraith<br />

(4): l’obiettivo dei progettisti era incentrato soprattutto sulla riduzione delle varie<br />

segnature della piattaforma e riguardava una piattaforma da 115 m destinata al pattugliamento<br />

in ambiente a bassa intensità di minaccia e al contrasto antisommergibile.<br />

L’aspetto particolare del progetto Sea Wraith riguarda la configurazione dello scafo,<br />

di tipo wave piercing — che presenta quindi ampie analogie con i tipi «Zumwalt» statunitensi<br />

— e delle sovrastrutture, caratterizzate da due massicci torrioni in materiali<br />

compositi e radar riflettenti, disposti in posizione asimmetrica e in cui sono parzialmente<br />

«annegati» alcune sensori planari: attraverso l’adozione di queste forme,<br />

Vosper ha cercato di «disturbare» al massimo il sistema di guida radar di un missile

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