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1-4 introduzione imago.qxd:cop marzo (d.s.) - Marina Militare ...

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108 IL PROGETTO NAVALE DELLE UNITÀ MAGGIORI<br />

prime si interfacciano e forniscono ai decisori le indicazioni necessarie per reagire<br />

prontamente.<br />

Anticipare gli eventi e sviluppare soluzioni preventive fondate anche sull’automazione<br />

e sulle tecnologie informatiche contribuisce quindi a minimizzare l’impatto del<br />

danno e, soprattutto, a salvare vite umane. Anche se proseguire secondo questo<br />

approccio rimane difficile perché ostacolato da fattori importanti — per esempio, la<br />

disponibilità di adeguate risorse finanziarie — il problema va affrontato tenendo<br />

conto della tendenza alla riduzione degli equipaggi ormai consolidata in tutte le<br />

Marine. L’insieme dei locali di una nave tende inoltre a essere considerato uno battlespace<br />

interno gestibile con l’impiego di tecnologie avanzate per la sorveglianza e il<br />

controllo danni, limitando quindi l’impatto sulla consistenza del personale imbarcato.<br />

In sintesi, un’applicazione ragionata dell’automazione alla filosofia del controllo<br />

danni offre un immenso e benefico potenziale in termini sia d’identificazione immediata<br />

della natura del danno sia d’intervento rapido: lo sviluppo di complessi integrati<br />

di sensori intelligenti e l’accurata processazione e valutazione delle informazioni<br />

diventano perciò aspetti essenziali per un’efficiente azione di sostegno a favore dei<br />

decisori.<br />

L’automazione<br />

L’<strong>introduzione</strong> dell’automazione a bordo di un’unità navale militare è stata sempre<br />

mirata a due obiettivi principali — ridurre le esigenze di personale e garantire una più<br />

sicura e semplificata operatività di sistemi che diventano sempre più complessi — che<br />

si collegano soprattutto a quanto discusso in precedenza in materia di controllo danni.<br />

L’esperienza gestionale maturata negli ultimi trent’anni ha dimostrato una più accentuata<br />

applicabilità di questo principio agli impianti e apparati del sistema di combattimento,<br />

mentre più lenta è stata l’evoluzione tecnologica per quelli del sistema piattaforma.<br />

Ancora negli anni Settanta, i primi sistemi centralizzati per il controllo della<br />

piattaforma erano basati su tecnologie di tipo analogico, con le funzioni di monitoraggio<br />

e allarme disegnate e attuate attraverso logiche elettroniche dedicate unicamente a<br />

ciascuna di esse: il risultato di questo approccio su un’unità tipo fregata si traduceva<br />

in consolle di grandi dimensioni — perché necessarie a ospitare un gran numero di<br />

strumenti e allarmi ottici e sonori —, mentre le dimensioni dell’impianto da controllare<br />

e gestire erano direttamente proporzionali al grado di difficoltà nell’ottenere una<br />

panoramica istantanea dell’intero sistema piattaforma. Inoltre, le funzioni associate<br />

alla propulsione venivano gestite da un apposito locale (la centrale di propulsione),<br />

mentre per tutti le altre funzioni sempre legate al sistema di piattaforma e al controllo<br />

danni si faceva affidamento alla centrale di sicurezza, spesso ubicata a grande distanza<br />

dalla prima.<br />

Nel corso degli Ottanta vennero concepite le prime soluzioni di tipo digitale, con<br />

l’<strong>introduzione</strong> di monitors tradizionali per visualizzare le informazioni e le condizioni<br />

d’allarme per gli operatori: i primi sistemi digitali riguardavano tuttavia soltanto una<br />

parte delle funzioni svolte nell’ambito del sistema piattaforma, con il risultato di<br />

Dicembre 2010

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