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1-4 introduzione imago.qxd:cop marzo (d.s.) - Marina Militare ...

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IL PROGETTO DELLE UNITÀ NAVALI MAGGIORI<br />

una massiccia sovrastruttura centrale in materiali compositi e che si raccorda con<br />

l’hangar a poppavia di essa. Il principale problema da risolvere nell’impiego dei<br />

materiali compositi sulle unità maggiori rimane tuttavia legato alla loro giunzione<br />

con le strutture in acciaio dello scafo, eseguibile mediante imbullonatura o incollaggio:<br />

il principale svantaggio della prima soluzione risiede negli elevati costi di realizzazione<br />

e manutenzione, mentre l’uso di adesivi speciali, il cui comportamento<br />

sotto stress ha richiesto un lungo approfondimento sperimentale, è stato prescelto<br />

per le fregate classe «La Fayette» e successivamente diffuso su altre classi di unità<br />

maggiori (13).<br />

In linea generale, le tendenze principali sull’impiego dei materiali per la costruzione<br />

delle unità maggiori di superficie consolidano la prevalenza dell’acciaio per<br />

la realizzazione dello scafo, grazie alle sue caratteristiche di resistenza strutturale,<br />

alla corrosione, alla vegetazione marina (grazie all’impiego di pitture sempre<br />

migliori) e al fuoco, saldabilità, peso e di economicità complessiva, mentre le doti<br />

dei materiali compositi ne diffondono progressivamente l’applicazione per ampie<br />

porzioni delle sovrastrutture e delle alberature.<br />

NOTE<br />

(1) Un altro motivo forse meno palese è il concatenamento fra scarse risorse e aumento dei costi produttivi<br />

e di gestione dei sistemi militari, con il risultato di una contrazione generalizzata della consistenza<br />

delle flotte.<br />

(2) Si tratta spesso di modificare tipo e quantità di velivoli e altri assetti a bordo, oppure di imbarcare<br />

mezzi, materiali e personale specializzato nella condotta di missioni particolari.<br />

(3) La Blohm & Voss è oggi parte di una grande corporate navale tedesca — Thyssen Krupp Marine<br />

Systems, TKMS — che raggruppa esperienze e capacità nel settore del naviglio di superficie e subacqueo.<br />

(4) Studi comparativi eseguiti da Blohm & Voss hanno portato alla conclusione che un’unità realizzata<br />

secondo il concetto MEKO richiede un 2% di volume interno più nei confronti di un’unità con disegno<br />

convenzionale avente la stessa dotazione di sistemi d’arma ed elettronici e ha un dislocamento superiore<br />

dell’1%-2%.<br />

Supplemento alla Rivista Marittima<br />

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