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1-4 introduzione imago.qxd:cop marzo (d.s.) - Marina Militare ...

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136 IL PROGETTO DELLE UNITÀ NAVALI MAGGIORI<br />

due elicotteri: l’hangar delle «Bergamini» è comunque più grande di quello delle<br />

«Maestrale» perché è stato dimensionato per accogliere due elicotteri tipo «NH-90»,<br />

oppure un «NH-90» e un UAV a decollo verticale, mentre il ponte di volo è dimensionato<br />

per far operare anche un elicottero tipo «EH 101» ed è dotato di due sistemi per<br />

la movimentazione degli aeromobili imbarcati.<br />

Al contrario delle «Maestrale» dove prevale la funzione antisommergibile, il sistema<br />

di combattimento delle «Bergamini» è stato articolato secondo un’architettura<br />

comune alle versioni antisommergibili e multiruolo. La dotazione artiglieresca è quella<br />

dove si notano le differenze principali: la zona prodiera delle «Bergamini» è stata<br />

comunque configurata per ospitare — su entrambe le varianti — una torre d’artiglieria<br />

da 127/64 mm, una torre da 76/62 mm (15) e un complesso di lancio verticale (due<br />

moduli da otto celle) per missili superficie-aria, mentre sulle «Maestrale» ha debuttato<br />

la configurazione con la torre da 127/54 mm e il retrostante lanciatore «Albatros».<br />

Nella zona prodiera delle »Bergamini» è stato inoltre predisposto lo spazio per imbarcare<br />

un lanciatore verticale — sempre due moduli da otto celle — per missili da crociera,<br />

mentre sul cielo dell’hangar è presente un’ulteriore impianto da 76/62 mm.<br />

Ricordando che anche sulle «Bergamini» si rispetta la tendenza alla riduzione dell’equipaggio<br />

(145 effettivi, incluso il personale del reparto volo, delle forze speciali<br />

imbarcate e delle potenziali funzioni di comando e controllo a livello task unit/task<br />

group, contro i 230 delle «Maestrale»), è interessante notare un aspetto legato ai margini<br />

di crescita del progetto: esiste infatti una proposta industriale per una variante del<br />

progetto FREMM in versione per la difesa aerea a medio-lungo raggio in cui i sensori<br />

principali sono un radar multifunzionale attivo a facce piane e un radar tridimensionale<br />

da ricerca volumetrica a lungo raggio molto simile al sensore imbarcato sui<br />

«Doria». Ciò consentirebbe capacità di sorveglianza a lungo raggio, tracciamento dei<br />

bersagli e la guida dei missili, mentre sul versante delle armi, i lanciatori verticali<br />

destinati ai missili da crociera verrebbero adattati per l’impiego degli «Aster 30»: in<br />

tal modo e senza grossi stravolgimenti delle sistemazioni interne e delle soluzioni di<br />

piattaforma, l’obiettivo rimane la realizzazione di un’unità relativamente economica e<br />

con capacità sufficienti per la protezione di una task force destinata a operare in scenari<br />

operativamente «difficili» dove l’ambiente costiero/littoral è caratterizzato anche<br />

dalla presenza di ordigni missilistici aria-superficie.<br />

La sintesi<br />

La comparazione fra le classi di unità navali prese in esame evidenzia come i principali<br />

elementi che hanno influito forse più di altri sull’evoluzione del progetto per le<br />

unità navali di superficie siano stati — oltre al già citato sviluppo dell’elettronica<br />

applicata ai sistemi militari per numerose e distinte funzioni — essenzialmente quattro:<br />

— il consolidamento dei sistemi per il lancio verticale di missili di vario tipo. Il complesso<br />

di lancio verticale ha infatti rappresentato una radicale innovazione nei confronti<br />

dei sistemi di lancio tradizionali per diversi e importanti motivi quali il deciso<br />

incremento della cadenza di tiro dei missili, l’aumento — seppur contenuto — nel<br />

Dicembre 2010

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