1-4 introduzione imago.qxd:cop marzo (d.s.) - Marina Militare ...
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IL PROGETTO DELLE UNITÀ NAVALI MAGGIORI<br />
e gestione. Una delle tendenze più interessanti emerse già negli anni Ottanta è quella<br />
che ha visto i diesel competere con le turbine a gas anche per unità di dislocamento<br />
superiore alle tradizionali corvette e fregate leggere: naturalmente, a parità di scafo e<br />
dislocamento, un’unità azionata da turbine a gas sarà sempre più veloce di una propulsa<br />
dai diesel, ma le varie industrie hanno approntato progetti con soluzioni propulsive<br />
alternative in cui la differenza non è poi così elevata come ci si potrebbe immaginare,<br />
aggirandosi su circa 2-3 nodi (6).<br />
Le turbine a gas<br />
Analizzando l’ampia diffusione presso numerose Marine del mondo, le turbine a<br />
gas sono certamente considerate come l’innovazione più importante verificatasi nella<br />
seconda metà del XX secolo in materia di propulsione navale militare, e per riflesso<br />
anche nel progetto navale militare. Se questo tipo di propulsore non fosse stato disponibile,<br />
molte delle classi di incrociatori, cacciatorpediniere e fregate oggi in servizio o<br />
in costruzione avrebbero dovuto accettare, a parità di velocità, sostanziali limitazioni<br />
nel carico utile e nelle sistemazioni interne. La ragione principale della diffusione<br />
delle turbine a gas in ambito navale risiede nella capacità di fornire potenze molto<br />
elevate in rapporto ai pesi e alle dimensioni: il rapporto potenza/peso offerto dalle turbine<br />
a gas — mediamente intorno a 1 KW/Kg e definibile anche potenza specifica —<br />
è infatti di gran lunga il più elevato tra tutti i tipi di propulsori navali, una caratteristica<br />
di importanza vitale in una tendenza ormai consolidata a ridurre il più possibile lo<br />
spazio riservato al sistema propulsivo a favore di sensori, sistemi d’arma e sistemazioni<br />
per l’equipaggio.<br />
A questo vantaggio prioritario se ne aggiungono altri quali la capacità delle turbine<br />
a gas di rispondere immediatamente a richieste di brusche variazioni di potenza erogata,<br />
la disponibilità di partenze «a freddo» con preavviso minimo e la drastica riduzione<br />
del tempo necessario all’esecuzione di manutenzioni e riparazioni, una caratteristica<br />
quest’ultima favorita dal concetto della riparazione per mezzo della sostituzione<br />
di elementi. Poiché le turbine a gas vengono prodotte e installate a bordo in moduli<br />
autosufficienti, esse inoltre si prestano bene all’applicazione del concetto dei locali<br />
non presidiati e controllati a distanza.<br />
Ai vantaggi si associano tuttavia alcuni svantaggi, di seguito elencati:<br />
— la unidirezionalità del moto, che richiede quindi un artificio meccanico all’interno<br />
del riduttore per consentire all’unità di procedere a marcia indietro qualora non siano<br />
presenti altre soluzioni come le eliche a passo reversibile e i riduttori invertitori meccanici<br />
o oleodinamici (7) oppure combinazioni con motori diesel;<br />
— il rendimento ottimale si ottiene soltanto in un arco della potenza erogata che<br />
oscilla attorno all’80%; al di sotto di questa soglia, le prestazioni specifiche — il consumo<br />
specifico e la rapporto fra consumo e potenza erogata — peggiorano drasticamente,<br />
rendendo la turbina a gas intrinsecamente inadatta a spingere l’unità navale su<br />
tutta la gamma delle velocità richieste durante il suo ciclo d’impiego;<br />
— per rendere compatibile l’elevata velocità di rotazione delle turbine a gas con quel-<br />
Supplemento alla Rivista Marittima<br />
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