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1-4 introduzione imago.qxd:cop marzo (d.s.) - Marina Militare ...

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134 IL PROGETTO DELLE UNITÀ NAVALI MAGGIORI<br />

secondarie anche per il contrasto antinave e di cui due esemplari sono stati recentemente<br />

oggetto di modifiche per svolgere funzioni di comando e controllo (13).<br />

Viceversa, le tre nuove unità classe «F-124/Sachsen» — impropriamente denominate<br />

fregate e in linea dal 2000 — sono state concepite per la sostituzione dei vecchi cacciatorpediniere<br />

lanciamissili classe «Lutjens» e per garantire quindi alla<br />

Bundesmarine capacità di difesa aerea a medio e lungo raggio anche in scenari operativi<br />

distanti dalle acque tedesche e nell’ambito di gruppi navali internazionali. Come<br />

conseguenza della diversità nei ruoli, l’analisi comparata si focalizza sulle innovazioni<br />

progettuali e tecnologiche intercorse in un arco temporale ventennale.<br />

Le differenze fra le «Bremen» e i «Sachsen» riguardano essenzialmente la maturazione<br />

delle tecnologie progettuali — soprattutto l’adozione sui secondi del concetto<br />

«MEKO» — e la disponibilità di elementi importanti nel campo dei sistemi missilistici<br />

e della propulsione. Sotto il profilo della configurazione generale del disegno, si<br />

passa da uno scafo a ponte continuo a un castello esteso per circa 4/5 della lunghezza<br />

totale della piattaforma, da un unico fumaiolo centrale a due fumaioli affiancati e svasati<br />

verso l’esterno e da una distribuzione frammentata dei ponti superiori e dei sistemi<br />

imbarcati a una molto più compatta, dettata anche dall’esigenza di accrescere la<br />

sopravvivenza della piattaforma in caso di colpo diretto. Elementi distintivi dei<br />

«Sachsen» sono la lunga tuga prodiera dove svettano unicamente la massiccia struttura<br />

del radar multifunzionale a facce piane e quella poppiera, che sorregge l’altrettanto<br />

massiccia struttura del radar tridimensionale di s<strong>cop</strong>erta a lungo raggio e comprende<br />

anche l’hangar per i due elicotteri. Nonostante l’adozione di lanciatori verticali, sulle<br />

«Sachsen» permangono due lanciatori ottupli brandeggiabili per missili superficiearia<br />

a breve raggio, sistemati in posizioni analoghe a quelle adottate per le vecchie<br />

«Bremen»: un’analoga considerazione vale per le rampe dei missili superficie-superficie<br />

e per l’unico cannone da 76 mm, evidenziando quindi il mantenimento nei progetti<br />

navali tedeschi di analogie funzionali che risultano in controtendenza con altre<br />

soluzioni più integrate e innovative.<br />

In linea con le tendenze in atto e come discusso nei Capitoli precedenti, l’adozione<br />

del concetto MEKO e l’enfasi posta sulla protezione vede una marcata differenza nel<br />

dislocamento a pieno carico, con 5.600 t per i «Sachsen» e 3.800 per le «Bremen»:<br />

l’aspetto più tozzo dei «Sachsen» è anche confermato da un aumento delle dimensioni<br />

lineari (143 m di lunghezza fuori tutto e 17,4 m di larghezza massima) che evidenzia<br />

la maggior snellezza delle «Bremen». Per spingere a una velocità massima di 29 n ai<br />

«Sachsen» occorrono perciò i 38.300 KW di potenza erogati dal sistema propulsivo<br />

CODAG, mentre per i 30 n delle «Bremen» sono sufficienti i 36.700 KW erogate<br />

dalle due turbine a gas che fanno parte del sistema CODOG. È importante evidenziare<br />

in questo caso che nel passaggio dalle «Bremen» alle «Sachsen» vi è un incremento<br />

nella consistenza dell’equipaggio, passando da 200 effettivi circa 255, una situazione<br />

in netta controtendenza con la filosofia legata al massimo sfruttamento dell’automazione<br />

ed evidentemente influenzata dalla disomogeneità funzionale fra le due classi.<br />

Questa considerazione è applicabile anche al sistema di combattimento e il paragone<br />

può essere limitato a osservare che le «Bremen» risultano, in relazione alle dimen-<br />

Dicembre 2010

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