1-4 introduzione imago.qxd:cop marzo (d.s.) - Marina Militare ...
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IL PROGETTO NAVALE DELLE UNITÀ MAGGIORI<br />
quelle del passato (1). Le condizioni di lavoro degli equipaggi sono inoltre radicalmente<br />
cambiate rispetto ai tempi della guerra fredda, perché la durata delle missioni si<br />
è progressivamente allungata anche per la notevole distanza delle zone d’operazioni<br />
dalle basi stanziali, mentre l’<strong>introduzione</strong> della tecnologia e dell’automazione rappresenta<br />
forse la conseguenza di un generico requisito di riduzione degli equipaggi, il cui<br />
costo incide in maniera rilevante su quello complessivo gestionale della nave lungo<br />
tutto il suo ciclo di vita. Un altro motivo di evoluzione riguarda la presenza ormai<br />
generalizzata di equipaggi misti, che ha un impatto notevole sul progetto di numerosi<br />
fra i locali interni della nave.<br />
Questi aspetti hanno quindi determinato un nuovo e più professionale approccio nel<br />
progetto dei vari locali in cui sono presenti membri dell’equipaggio, per lo svolgimento<br />
delle attività operative, per trascorrere il periodo libero dalla guardia e per assicurare<br />
altri tipi di servizi necessari per la condotta della nave da guerra. Si può peraltro<br />
affermare che questo tipo di approccio è stato favorito dal soddisfacimento di requisiti<br />
diversi da quelli relativi al benessere dell’equipaggio: l’attenzione di operatori e progettisti<br />
si è infatti prioritariamente rivolta a disegnare la nave in modo da imbarcare<br />
nuovi sistemi d’arma, assicurare migliori qualità di sopravvivenza, autonomia e tenuta<br />
al mare e garantire in sintesi prestazioni complessive migliori rispetto al passato.<br />
Come già discusso nei Capitoli precedenti, il soddisfacimento di questi requisiti ha<br />
portato a un incremento di pesi e dimensioni lineari: al contempo, l’aumento dei costi<br />
gestionali dovuti alla professionalizzazione degli equipaggi e all’esigenza di svolgere<br />
missioni sempre più lunghe ha portato alla già citata riduzione delle persone presenti a<br />
bordo, con il risultato che ciascuna di esse dispone oggi e disporrà in futuro di maggior<br />
spazio rispetto ai colleghi che hanno lavorato e vissuto a bordo di unità concepite<br />
negli anni Settanta e anche Ottanta.<br />
In termini generali, gli aspetti più strettamente legati al fattore umano che hanno un<br />
impatto sul progetto navale militare e che sono fra loro interconnessi riguardano il<br />
controllo danni e la gestione delle emergenze, il livello di automazione del sistema<br />
piattaforma e i requisiti di abitabilità: ciascuno di questi aspetti è a sua volta influenzato<br />
dalle innovazioni tecnologiche ed è pertanto utile analizzarne i dettagli.<br />
Il controllo danni<br />
L’obiettivo principale del controllo dei danni derivanti da un colpo a bordo — una<br />
filosofia nota anche attraverso l’acronimo anglosassone, DC, Damage Control, e che<br />
si raccorda strettamente con le doti di sopravvivenza dell’unità navale — è il mantenimento<br />
della prontezza operativa e delle capacità belliche dell’unità navale, sia in condizioni<br />
d’impiego bellico e sia in tempo di pace. La filosofia del controllo danni racchiude<br />
le procedure, le peculiarità progettuali e i sistemi specialistici imbarcati necessari<br />
per minimizzare e contenere gli effetti causati da azioni belliche o da incidenti,<br />
proteggendo il personale, ripristinando l’integrità delle strutture e dei sistemi imbarcati<br />
eventualmente danneggiati, limitando al massimo gli effetti degli agenti chimici,<br />
batteriologici, radiologici e nucleari (CBRN) e cercando di mantenere intatte le capa-<br />
Supplemento alla Rivista Marittima<br />
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