27.05.2013 Views

1-4 introduzione imago.qxd:cop marzo (d.s.) - Marina Militare ...

1-4 introduzione imago.qxd:cop marzo (d.s.) - Marina Militare ...

1-4 introduzione imago.qxd:cop marzo (d.s.) - Marina Militare ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

IL PROGETTO DELLE UNITÀ NAVALI MAGGIORI<br />

sviluppare una velocità massima di 32,5 n. Dall’esame dei principali sistemi «combinati»<br />

è interessante anche notare come gli interessi e le capacità produttive e manutentive<br />

nazionali sembrano aver influenzato il percorso di sviluppo concettuale e tecnologico.<br />

Gli Stati Uniti, con il loro considerevole bagaglio di conoscenze aeronautiche,<br />

hanno prodotto turbine a gas per impiego navale totalmente derivate da propulsori<br />

aeronautici e spinte ai limiti massimi dei requisiti di potenza (3). Più comprensibilmente,<br />

la Germania si è concentrata sullo sviluppo di motori diesel sempre più potenti,<br />

compatti ed efficienti, impiegandoli in tutte le combinazioni richieste per le unità di<br />

nuova generazione, mentre la Francia — non essendo presente nel settore delle turbine<br />

a gas per impiego navale ma con buone capacità produttive in quello dei motori<br />

diesel — tende a favorire questi ultimi. Infine il Regno Unito, sede delle prime esperienze<br />

pionieristiche sulle turbine a gas, le utilizza pienamente e continua a studiare<br />

nuove soluzioni per migliorarne l’efficienza e per integrarle nell’ambito delle configurazioni<br />

«elettriche» (4).<br />

L’evoluzione dei requisiti e delle tendenze<br />

Nell’evoluzione dei requisiti per i sistemi propulsivi navali militari, due sono state<br />

le tendenze prevalenti. Mentre in un passato ancora recente il fattore preponderante<br />

nella progettazione del sistema propulsivo era la potenza sviluppabile — strettamente<br />

derivante dalla velocità massima da raggiungere — al giorno d’oggi l’attenzione si è<br />

piuttosto spostata verso aspetti parimenti importanti quali l’affidabilità, il basso consumo<br />

specifico e la facilità di manutenzione. La conseguenza fondamentale è stata<br />

quindi una convergenza generalizzata verso il basso della velocità massima in relazione<br />

alle varie categorie di unità combattenti di superficie: sino ai primi anni Cinquanta,<br />

un incrociatore doveva raggiungere 35 n, a un cacciatorpediniere erano spesso richiesti<br />

anche 40 n e per un’unità di scorta ci si poteva accontentare di 25 n. Negli anni<br />

Settanta-Ottanta, la stragrande maggioranza delle navi da guerra poteva raggiungere<br />

una velocità massima compresa fra i 30 e 35 n, mentre al giorno d’oggi il valore massimo<br />

richiesto supera raramente i 30 n e alcune Marine si accontentano anche di qualche<br />

nodo in meno a favore di altri requisiti.<br />

Un secondo aspetto importante riguarda la standardizzazione dei sistemi propulsivi.<br />

Ancora in un recente passato, ogni importante classe di unità militari era equipaggiata<br />

con un apparato motore a vapore specificamente progettato per quella classe, in modo<br />

da integrare armonicamente le caratteristiche dello scafo e le prestazioni richieste in<br />

termini di velocità e autonomia. La crescente diffusione di turbine a gas e motori diesel<br />

in varie combinazioni ha apparentemente obbligato i progettisti a rendere i loro<br />

disegni compatibili con apparati motori già esistente, ma l’inerente svantaggio della<br />

perdita di una certa libertà progettuale è compensato dall’importante vantaggio della<br />

standardizzazione dei vari componenti il sistema propulsivo (peraltro disponibili e<br />

associabili in varie «taglie» di potenza in funzione dei requisiti) su una stessa classe di<br />

unità o addirittura su più classi di un’intera flotta (5), con intuibili benefici sotto il<br />

profilo logistico e delle esigenze addestrative e manutentive. Peraltro, la libertà progettuale<br />

a cui si è dovuto rinunciare con gli apparati a vapore — obbligatori in passato<br />

Supplemento alla Rivista Marittima<br />

43

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!