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1-4 introduzione imago.qxd:cop marzo (d.s.) - Marina Militare ...

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96 IL PROGETTO DELLE UNITÀ NAVALI MAGGIORI<br />

do sistemi a potenza leggermente superiore (HPM, High-Power Microwaves) di quelli<br />

impiegati per s<strong>cop</strong>i domestici e dotati di un’antenna direzionale in modo da concentrare<br />

l’energia verso un bersaglio. Nell’ambiente marittimo le ricerche sono indirizzate<br />

soprattutto verso sistemi HPM modulari a bassa potenza e ridotta letalità per l’identificazione<br />

di soggetti pericolosi e la discriminazione e neutralizzazione di bersagli particolari<br />

quali imbarcazioni e mine. Anche quest’applicazione richiede soprattutto la<br />

disponibilità di energia elettrica, ma limitata rispetto a quelle esaminate in precedenza,<br />

mentre l’impatto sul progetto riguarda essenzialmente la sistemazione dell’antenna<br />

radiante (sulle sovrastrutture) e dei congegni per la generazione dell’energia (posizionati<br />

sui ponti inferiori per minimizzare la diffusione del calore generato).<br />

L’integrazione delle sovrastrutture<br />

Dall’analisi dei vari sistemi innovativi analizzati, emerge un requisito complessivo<br />

che riguarda sostanzialmente due aspetti: la loro integrazione nella configurazione<br />

delle sovrastrutture, a sua volta relativa alla minimizzazione della superficie radar equivalente,<br />

e la contestuale integrazione con altri sistemi radianti. In generale, si può affermare<br />

che le problematiche di tipo elettromagnetico legate al progetto di un’unità navale<br />

sono cresciute nel corso degli anni, soprattutto a causa della densità degli apparati elettronici<br />

a bordo e della contestuale crescita dei problemi di compatibilità elettromagnetica<br />

EMC, Electro-Magnetic Compatibility (10): dopo aver cercato di risolvere i singoli<br />

problemi man mano che questi si presentavano, è emersa prepotentemente l’esigenza di<br />

trattare questi aspetti in maniera integrata, non solo perché essi interagiscono fra di loro<br />

ma anche a causa della loro interazione col progetto complessivo dell’unità e in particolare<br />

con la configurazione delle sovrastrutture. I progettisti hanno infatti dovuto fronteggiare<br />

un drastico aumento di sistemi radianti imbarcati, passando dai circa 30 sistemi<br />

presenti a bordo di unità concepite negli anni Settanta ai circa 2.000 presenti a bordo<br />

«appena» 30 anni dopo: i criteri progettuali di un’unità maggiore di superficie richiedono<br />

pertanto un vero e proprio progetto elettromagnetico, da sviluppare in parallelo a<br />

quello della piattaforma e interagente con esso, in modo da ottimizzare le caratteristiche<br />

generali della nave in funzione delle priorità derivanti dai requisiti operativi (11).<br />

Il concetto di progetto integrato delle sovrastrutture — comunemente denominato<br />

ITD, Integrated Topside Design — ha come obiettivo l’ottimizzazione delle prestazioni<br />

dei vari sensori elettronici attivi e passivi, la massimizzazione della EMC e la minimizzazione<br />

della EMI, la riduzione dei rischi dovuti alle emissioni elettromagnetiche e la<br />

riduzione delle segnature ottica, radar, termica ed elettronica. Si tratta dunque di un<br />

obiettivo ambizioso, che ha indotto gli scienziati a esaminare nuove tecnologie da<br />

«combinare» opportunamente in modo da facilitare l’applicazione del concetto ITD: i<br />

campi d’investigazione riguardano sensori planari multifunzionali a elevate prestazioni,<br />

superfici a radiazione selettiva, strutture di grandi dimensioni in materiali compositi in<br />

grado di alloggiare numerosi sensori e strumenti progettuali basati sulla computazione<br />

elettromagnetica. È importante ricordare che il concetto ITD non riguarda tanto il progetto<br />

di unità navali dalle forme futuristiche che fanno uso di tutte le tecnologie più<br />

Dicembre 2010

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