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1-4 introduzione imago.qxd:cop marzo (d.s.) - Marina Militare ...

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68 IL PROGETTO DELLE UNITÀ NAVALI MAGGIORI<br />

effetti dannosi sono concentrate sulla riduzione della lunghezza delle condotte di ventilazione<br />

e condizionamento. La tendenza è quella di attrezzare, come già citato, ogni<br />

compartimento con sistemi propri: il principio della ridondanza è stato inoltre applicato<br />

sulle unità tedesche classe «Sachsen», dove i sistemi presenti in ciascuno dei 12<br />

compartimenti in cui è suddiviso lo scafo sono capaci di assicurare la ventilazione, il<br />

condizionamento, l’acqua di refrigerazione e il circuito antincendio anche a un compartimento<br />

adiacente — qualora esso sia danneggiato — attrezzato valvole e congegni<br />

di collegamento normalmente chiusi.<br />

Per combattere l’incendio, diverse soluzioni di recente applicate al progetto navale<br />

militare sono state mutuate dalle navi da crociera e possono sintetizzarsi nei sistemi di<br />

soppressione automatica — denominati AFSS Automatic Fire Suppression System —<br />

che adesso fanno anche uso di acqua nebulizzata ad alta velocità, un metodo che consente<br />

di utilizzare meno acqua e quindi evita il rischio di compromettere la stabilità<br />

della piattaforma. Un particolare importante di questi sistemi — presenti soprattutto<br />

nei locali dell’apparato motore e di generazione dell’energia elettrica — è la presenza<br />

di sensori all’infrarosso collegati a una centralina di analisi e controllo che attiva rapidissimamente<br />

l’agente soppressore, normalmente HALON 1301: la loro efficacia è<br />

dimostrata dall’elevata diffusione a bordo di numerose unità navali e dall’efficace<br />

intervento in diverse condizioni reali. Un concetto differente ma ancora denominato<br />

AFSS è quello attuato sui futuri cacciatorpediniere lanciamissili statunitensi classe<br />

«Zumwalt», dove il sistema rileva automaticamente avarie nel circuito antincendio,<br />

procedendo autonomamente all’isolamento del componente danneggiato (pompe,<br />

tubolatura, valvola o altro) e alla riconfigurazione dell’intero circuito, senza intervento<br />

dell’operatore. Un approccio concettuale similare è stato adottato sulle unità classe<br />

«Type 45/Daring» ma riguarda i principali fluidi in circolazione nei sistemi di piattaforma,<br />

cioè il circuito antincendio, l’acqua di refrigerazione, il combustibile e l’olio<br />

lubrificante.<br />

Un altro elemento importante in materia di sopravvivenza e vulnerabilità riguarda<br />

la corazzatura, diffusa dopo la seconda guerra mondiale soltanto su unità di grandi<br />

dimensioni quali le portaerei statunitensi e i grossi incrociatori classe «Kirov» della<br />

<strong>Marina</strong> sovietica/russa. Al giorno d’oggi, la minaccia riguarda non solo i missili antinave<br />

e le batterie costiere — contrastabile soltanto con una corazzatura consistente<br />

che aumenterebbe oltre misura i pesi — ma anche quella derivante di armi leggere<br />

normalmente usate da pirati, terroristi e miliziani. Una misura «provvisoria» ha<br />

riguardato l’adozione di piastre di kevlar per proteggere aree sensibili localizzate<br />

soprattutto nella zona prodiera delle sovrastrutture (5), mentre adesso la tendenza —<br />

soprattutto dopo le lezioni apprese dai conflitti delle Falklands e del Golfo Persico —<br />

è concentrata sull’adozione di piastre d’acciaio, distribuite per proteggere la plancia e<br />

i componenti vitali del sistema di combattimento. L’adozione di misure di protezione<br />

balistica in acciaio per le tughe non deve però compromettere le caratteristiche di stabilità<br />

della piattaforma — evitare i pesi in alto — e presenta anche problemi di collegamento<br />

con strutture in compositi e di adattamento dimensionale per soddisfare i<br />

requisiti di stealthness (6). Una nuova tendenza in questo settore riguarda l’adozione<br />

di pannelli elastomerici incollati su piastre d’acciaio che oltre a offrire adeguata prote-<br />

Dicembre 2010

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