ILLUSTRATE W - The University of Chicago Library
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I MIRACOLI DEL SENTIMENTO 111<br />
mai, perchè Marcella non può .mentire — concluse con dignità pacata e sicura, al<br />
zando lentamente il capo. Era tranquilla tuttavia; tuttavia gentildonna di Roma, e<br />
benché cristianamente umile, si vedeva pur la sua alterigia patrizia nello sguardo<br />
impavido, nel contegno della persona insanguinata, ma degna tuttavia di sostenere<br />
la verità.<br />
— Ahimè, madre mia ! — susurrò Principia — mentre i ladri novamente fru<br />
gavano ogni angolo della stanza. Poi, gemendo come tortora, asciugava con lini<br />
candidissimi, colle chiome del più morbido castagno, le ferite che i crudeli avevano<br />
fatte alla sventurata Marcella, a forza di percuoterla. Dopo molto furiare nelle ri<br />
cerche, eccoli ancora quieti. Però uno di essi guarda or P una or P altra, con quella<br />
freddezza insidiosa di cui si veste qualche volta la rabbia tedesca. Tutto ad un punto<br />
un riso sinistro echeggiò in quella stanza.<br />
— Che è mai, Dio onnipotente? — mormorò fra sé Marcella, al cuore della quale<br />
quel riso divenne una contigenza di nuovo e perciò arcano dolore. Ella getta una oc<br />
chiata furtiva sui barbari... li osserva di volo, li vede gestire bruscamente, consul<br />
tarsi Pun l'altro, guardarsi fra loro con occhiacci animati da una vita insolita.<br />
All' ultimo, come pantera a muso basso, protendendo la zampa, si avanza un brutto<br />
demonio, stato mezzo nascosto fino a quel punto ; è un soldataccio scaruffato i capelli,<br />
dipinto il viso, pressoché senza barba; in tutto ha un che di bestia. Avanza costui,<br />
P occhio schizzante fiamme, e che parea sanguinoso, lo fìssa sopra Principia, e seria<br />
mente, bestemmia una parola.<br />
Nessuno la comprese, ma il Romano, pien di astio per P assiduo sprezzo di Mar<br />
cella, si fece innanzi brusco, e quasi insultante le disse :<br />
— Desidera la nobilissima di sapere cosa domandano? . . . posto che denari non<br />
ne ha, e' si voglion condur via la fanciulla.<br />
Intese queste parole, Marcella si sentì perduta; raggricciata d'orrore, ella che<br />
fino allora si era conservata forte al di sopra della paura, delle contumelie, della morte<br />
vicina, si sentì còlta dalla disperazione. I crudeli aveano tòcco il punto debole. In un<br />
momento ella comprese il significato di tale orrenda sentenza ; fu una rapida sintesi,<br />
in cui si ricordò mille emozioni soavi da vent' anni a quell' ora, la dolcezza d' un con<br />
sorzio benedetto di carità e di speranza, troncata in un momento per una causa, per<br />
uno scopo da cui fuggiva con ribrezzo P anima più ardita. Tumulto del cuore, confu<br />
sione d' ogni pensiero, smarrimento de' sensi. . . ora finalmente la matrona superba,<br />
la robusta ancella di Cristo era vinta.<br />
Principia al contrario, fino allora in gemito e pianto, Principia all' idea di dover<br />
partire con quegli uomini, di divenir loro preda, cambiò istantaneamente di sensi e<br />
d' aspetto. Supplice e mite sino a quel punto, adesso risoluta . . . stretta da un lato a<br />
Marcella, coli' altra mano alla colonna dell' altare, guardava colle grandi pupille<br />
intente il terribile gruppo.<br />
Ella provava uno sgomento mai più sentito, e tremava di pudore, una cosa più<br />
grande assai dell' orrore di morte. Apparteneva la fanciulla a quella schiatta che<br />
diede le Clelie, le Lucrezie ed altre tante fortissime. Di più, innesto sublime di due<br />
virtù, ella era d' un tempo in cui la fede spingeva perfino i fanciulli al circo per es<br />
sere divorati dalle fiere, e sotto lo strazio degli unghioni acuti, dei tremendi flessori