ILLUSTRATE W - The University of Chicago Library
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ANZÙ 43<br />
dosi che le corse cominciavano a diventare un po' troppo sbrigliate, la si credette<br />
in dovere di farsi sentire, e cominciò a richiamarla.<br />
— Oh ! Cea ! . . . qua . . . dove se ne va costei ? . . . animo ... da brava ! . . .<br />
qua, Cea ! ... e così ? — la puttina rispondeva con un gran ridere, s'avvicinava,<br />
si nascondeva dietro una siepe facendo cu cu : poi sguisciava via : e di nuovo la<br />
Checca — ehi briconcella ! ... ! qua ! . . . ah ha' tu voglia di farmi dannare ....<br />
qua da brava, siediti là, tesoretto mio. — La Cea ritornava, mostrava di acquie<br />
tarsi : poco dopo passava un convoglio di pecore, ed ella via con una bacchettina in<br />
mano, cercando di percoterle sul dosso : e la Checca a ricominciar le sue antifone :<br />
la Cea, ridacchiando da vera pazzerella, scappava, riedeva e poco conto teneva di ciò<br />
che le intimava la sua guida , ferma nel suo posto qual cavallerizzo in mezzo alla<br />
scuola di equitazione. Se non che di tanto in tanto la s'interrompeva, per seguire<br />
il filo de' suoi discorsi, e, tuttoché la stesse colla voce in aria, il pensiero iva lonta<br />
no, e distraeva la di lei attenzione.<br />
Una volta fra P altre la Cea salta un fossetto, e passa in un prato a destra; in<br />
vano tenta arrestarla la Checca ... ha un bel gridare il suo — ohe ! Cea . . . onde te<br />
ne vai ? . . . qua da brava ... ti dono un soldo nuovo ... qua . . . mai più a spasso<br />
con me .. . qua .... oh ! quante me ne fa questa puttella .... Cea ! Cea ! dico ehi<br />
frugolina !.. . — La Cea non le dà retta, leggera come un cavriolo, appena l'erbe del<br />
prato s'incurvano sotto a' suoi piedi ; sempre più la si allontana, sempre più la sua<br />
personcina diventa piccola ; già di lontano la somigliava ad un pennoncello on<br />
deggiante con un fioretto, una pallina tonda, color scarlatto, sul vertice .... la<br />
Checca ghermisce i dindi e via dietro la piccola.<br />
Quando la ebbe raggiunta, voleva batterla.<br />
— Adesso, adesso io ti consegno quattro sculacciate in regola ! ... —<br />
Ma non le furono che chiacchiere ... la briconcella si mise a fare atti e vezzi di<br />
tante specie, ora tirando in dentro in dentro le labbra, a parere una vecchietta, poi<br />
ridendo dirottamente all' improvviso, e scoprendo uno scatolino di perfette fìtte, fìt<br />
te, una addossata all' altra, e tirando fuori la lingua, che parea un pezzetto di corallo<br />
in mezzo ad esse : ora voltando soave gli occhiettini in su .. . la Checca si die a<br />
mangiarla di baci, dicendole ...<br />
— Uh ! becconaócia ! . . . anima buscantona .. . può' tu esser più fiera e più<br />
strega ? . . . guardami sì con quegli occhi sgherri ... — cosicché la minacciata<br />
grandine fu, per incanto, dispersa.<br />
La Checca ricordandosi, troppo tardi ho paura, giacché un minuto perso in bat<br />
taglia è decisivo, ricordandosi di ciò che la movea, stava finalmente per tornare al<br />
suo posto di sentinella, quando venne distratta da un strano rumor di voci discor<br />
danti, ma pure concordi nello stesso grido : grido vivace, chiassoso, ma in cui si<br />
sentiva emergere un' espression di dileggio, di riprovazione : in tutto un baccano<br />
curioso.<br />
— Checca ! — cominciava la Cea, vogliosa di saltellare ; e la Checca :<br />
— Sta, figlia mia . .. sta zitta ... cos' è ? ... sta ! dov' è questo susurro ? . ..<br />
— È là — rispose la Cea, segnando col ditino un punto là dove il prato, dolce<br />
mente veniva innalzandosi a poco a poco, per poi trasformarsi in un vago serpeggia-