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ILLUSTRATE W - The University of Chicago Library

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DAL MARE ALLE ALPI<br />

24 Settembre.<br />

Questa mattina per tempo lasciai Treviso, portando con me gli attrezzi indispen­<br />

sabili per una breve corsa, destinata esclusivamente all' arte. Attrezzi consistenti nel<br />

noto Album, pochi colori e una povera conchiglia per tavolozza. Peccato non poter<br />

buttar giù qualche bozzetto in cammino. Ma istessamente la fantasia lavora, e sgui-<br />

scia rapida come i vagoni. Dagli sportelli già si schiude la gran pianura di prati e<br />

campi, circondata dalle montagne in ampissimo anfiteatro e nel recinto quanti<br />

paeselli, case, alberi, siepi, campanili! Terza stazione, ultima prima di Conegliano c'è<br />

il Ponte di Piave. Magnifìco sopra un vasto letto di torrente, oggi molto abbondante<br />

ci' acqua, eh' esso trascina torbida come lisciva, tra le ghiare e la melma.<br />

Il Piave ! Nessun poeta classico, si sarebbe permesso di nominarlo così alla buona,<br />

e come Anasso ebbe molte volte P onore di versi, e spesso quelli dell' inclito Carrer.<br />

A me però questo nome Piave suona più ruvido e grande. È così eh' ei sta scritto<br />

sulP Arco della Stella a Parigi. Piave, Tagliamento, Isonzo e cento altri. E la Fama<br />

mostruosa, il genio della Francia o il demone della guerra, tremendo in vista e<br />

barocco, mette la tromba alla bocca per ripeterli al mondo... Ed è questo quel Piave<br />

eh' è scritto sul monumento dell' epopea napoleonica ! Questo che fu bagnato di tanto<br />

sangue in quelle guerre per noi di dolore, ma alba sanguinosa della nostra indipen­<br />

denza. Questo è il disputato fiume. Qui Austriaci, là Francesi : da una riva all' altra,<br />

di ciglio in ciglio, rimbombano i cannoni, passano, retrocedono tornano alla<br />

carica fanterie, artiglierie; la cavalleria precipita nel regale torrente. Quanti dei<br />

criniti dragoni caddero quai fulminati arcangeli, e furono travolti dall'onde! e quante<br />

corazze brillanti passarono via, peso inutile ai loro cavalieri, trasportate con essi come<br />

fuscelli, come sassolini lungo le correnti sanguigne .... A sviare le idee da queste<br />

grandi memorie, a cui, non senza un mesto entusiasmo, erano volte, un gemito pietoso<br />

si fece udire dal fondo del vagone. Si guarda a quella parte : era un bambino d'appena<br />

venti giorni e oramai in viaggio ! Sua madre ci disse che già otto giorni dopo d'averlo<br />

dato alla luce, la si incamminava. Son gente non povera, ma poco più che artigiani.<br />

Figlio di un principe non reggerebbe : questo camperà senza dubbio.<br />

Abbasso in istrada ci han la timonella che li aspetta : discendono mamma, papà,<br />

bimbo. Il vagone riprende la corsa. Si saluta di passaggio S. Salvatore, il bel castello<br />

seduto sul Collealto, da cui prendono il nome i suoi signori, e si rivede in pensiero<br />

l'ombra soave della bella Saffo veneta, Gaspara Stampa, di quella « misera Anassilla,<br />

che cantando e suonando il liuto, a disacerbar la doglia del cuore », li ha resi im­<br />

mortali.<br />

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