ILLUSTRATE W - The University of Chicago Library
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28 ANZÙ<br />
— Che pippionate intendo io mai, Giacomina ? . . . voi in disperazione ? vo' che<br />
abbiate a piangere in quel modo, Giacomina . . . cosa vi manca eh ? cosa le manca<br />
a sta donna, se la nuota nel butirro ! . . .<br />
—>Ah ! — rispose la Giacomina — una donnetta graziosa, nel suo fare di cam<br />
pagnola, gracilina, timida, di quelle col capo in grembo e un po' storto : ma, a<br />
eletta di tutti, buona, buona, senza fiele : soltanto, nel nominarla, usavano com<br />
piangerla, in aria di serietà e di ritegno.<br />
— Me lo direte po' poi. . . all' ultimo vi deciderete — continuava la Checca —<br />
se fosse da jeri che mi conoscete, Giacomina ma quand' eri piccola io ve n' ho pur<br />
date delle sculacciate .... che strilli ? ... mi par di sentirvi . . . adesso è un' al<br />
tra storia .... to' soli vent' anni, che manco di qua, e ho da trovarvi così stufa ?<br />
— Altro che stufa ! — esclamò pian piano, coni' era suo costume la Giacomi<br />
na ... . Signori, i nostri di quassù dicono stufo e stufa per infelice o sgomento : non<br />
temo di servirmi di tal parola, che esprime il tadio, fastidio, affectus dei Latini : e<br />
questa erudizione, tolta semplicemente a prestito dalla Crusca, senza che la Checca<br />
e' entri né punto, né poco, mi persuade, sempre più, trovarsi nelle maniere dei no<br />
stri volghi più filos<strong>of</strong>ìa che non si pensi. Di fatto la noja è la suprema infelicità,<br />
e P uomo, più che da un dolor vivo, n' è ucciso. La Checca si diede un colpo sulP anca.<br />
— Ah ! —• proseguì quest' altra, sempre a mezza voce — ah ! povera grama ch'io<br />
sono .... in verità son proprio disperata ! . . . .e tanto che se le cose vanno di que<br />
sto passo corro ad annegarmi .... eh ! se la Madonna benedetta non mi tiene le<br />
inani sul capo, sì affò mia, eh' io termino entro P acqua. —<br />
La Checca stette un momento in silenzio con un viso grave, e che accennava a<br />
grandi pensieri, poi tutt' a un tratto :<br />
— Oh ! non voglio vedere questa brutta fattura ! . . . . Giacomina .... cosa vi<br />
sognate ? . . . . eh' io vi senta mai più ! annegarsi ? non ci si pensa mai a quelle<br />
cose ; io per me ne ho avute delle disgrazie .... ne ho patiti dei tormenti.... da<br />
piccola, fu P anno della fame ..... ah ! quanta ne s<strong>of</strong>fersi.... ! santo Dio ! an<br />
davo razzolando di casa in casa, contentandomi di qualunque meschino avanzo . . .<br />
e stimai morire ; poi nel tempo eh" io stetti dal mio padrone .... eh ? cosa crede<br />
te ? .... i pasti ce li avevo .... per questo lo dirò fin che vivrò, e pasti abbon<br />
danti ; non gii pareva mai abbastanza .... ma ! . .. . ma ! . . . . caldo, egli era ....<br />
caldo, Giacomina ! poco appresso gii passava . . . . fu . . . .fu . . . .e tornava come<br />
un agnello, e non sapeva cosa farmi, pur eh' io mi rabbonissi.... ma, nel momento<br />
della collera, lo stomaco me ne tremava, e mi venivano i dolori di pancia . . . . e<br />
che per questo?. .... mi raccomandavo alle mie sante protettrici sant'Anna e<br />
santa Susanna, le mi vollero sempre bene queste due sante, e ne ricevetti grazie di<br />
cui non son degna ; fra le altre quella di svegliarmi per tempo ogni mattina ....<br />
dunque un' orazione, un bicchiere .... ma puro veh ! Giacomina —- disse la Chec<br />
ca in aria d'importanza, affine di più esprimere il brutto contrasto e le conse<br />
guenze tristi, che derivano dal mescolare il vino all' acqua, — puro .... se no mi fa<br />
male .... mi riscalda .... e mi ci addormentavo sopra. Pregare le mie sante, e ri<br />
focillarmi, e racconciarmi lo stomaco con un po' di vino, questo sì . . . . ma deside<br />
rarmi la morte ? bevere P acqua .... quell' acqua di laggiù .... così fonda ? . . . .