ILLUSTRATE W - The University of Chicago Library
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DAL MARE ALLE ALPI 171<br />
Non è da parlare scientificamente delle miniere, perchè oltre che si rischierebbe<br />
dire spropositi, son cose note. In quanto concerne le operazioni di scavi, di purgagioni<br />
di metalli, di fonditure, eccetera, poco sarebbe possibile riferire a chi per la s<strong>of</strong>ferenza<br />
acutissima dello zolfo agli occhi, al respiro, a mala pena scorgeva gli oggetti<br />
così nuovi, così strani e, per dir così, biechi, in mezzo a cui volgeva per la prima<br />
volta il piede.<br />
Prima di scendere fanno indossare un orrendo vestito, talmente nemico ad ogni<br />
idea del bello, da non consolarsi mai d'averlo portato fors' anco un istante, e nel solo<br />
tragitto d'un sotterraneo. La giornata piuttosto nebbiosa: là in quel sito pareva d'essere<br />
in paese di sogni e di sogni stravaganti per la singolarità della scena. Immaginatevi<br />
certi capannoni di legno nero, uno qua, uno là ; qual più grande, qual più piccolo :<br />
specie di cantieri d'arsenale, agglomerati sulla falda scoscesa, tutta sassi e roccia. A<br />
un lato una spaccatura, e là un torrente il quale va nel Cordevole, che scende longitudinale<br />
ad esso. Come veder quel sito e non pensare a Dante, e non esclamare:<br />
« Ecco la città di Dite. » Sia per gli scoli delle miniere, sia per la vicinanza di queste,<br />
certo è che il letto del torrente ha le sue pietre scoscese color di rame, color<br />
verde, chiazzate di giallognolo, color rosso cupo, di ferro ossidato, giallo-arancio. Mai<br />
più in mia vita non vidi, simile a questo un « un triste ruscel » ch'essendo di tutti i<br />
colori si presenta con uno solo : quello del rame infocato. Poco discosto, attraverso la<br />
strada, un certo ponte, nero anche quello come i capannoni, slombato ; quattro assiti<br />
accozzati insieme, sospesi per aria nella maniera più barocca, e sui quali transitano<br />
continuamente muli a caricar carbone. E un moto perpetuo ; anco qui tornano a memoria<br />
quelle descrizioni, anzi pitture, come dice Manzoni, dell' Inferno dantesco. Il<br />
contorno è così selvaggio ! . . . così singolare il torrente ! e le <strong>of</strong>ficine agglomerate, e<br />
i poveri operai che vanno e vengono a portar carriuole su e giù per le stradette,<br />
somigliano tanto a coloro che nella bolgia portano pesi :<br />
« e tutto l'oro eh'è sotto la luna<br />
0 che già fu di queste anime stanche,<br />
Non poterebbe farne posar una ».<br />
Andavano, tornavano per lo cerchio tetro, da ogni punto all' opposito, fra il fumo accidioso,<br />
il cigolìo delle rote, il batter delle marre che rompon la torba, il metodico<br />
correr giù dell' acqua nei condotti ; un girar di macchine, un s<strong>of</strong>fiar di mantici, un<br />
vero inferno. Qua bolle il metallo, e lo si vede, allo stato incandescente, calar dal fornello<br />
; in un altro sito è in purga, e se ne cava, a forza di lasciarlo in acqua, il vetriolo.<br />
All' ultimo entrammo nel sotterraneo, nella mina propriamente detta.<br />
Che dirvi di questa? Leggiermente e di volo le mie impressioni. Fra le prime<br />
l'assoluta contrarietà a marciare fra le grondaje, nel pantano, in un corridore stretto,<br />
basso, ove par di dover rimanere sepolti vivi. Il conduttore ci disse suo padre esser<br />
morto così. Racconto d'un mirabile effetto a chi avvezzi a vivere :<br />
« .. .. nell'aer dolce, che del sol s'allegra »<br />
trova eh'è una brutta novità quella di aggirarsi in tal labirinto. Noi procedemmo