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ILLUSTRATE W - The University of Chicago Library

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136 LA CAMERA DEGLI ORRORI<br />

eh' è stato ancora . . digli che torni. . — Febea si strinse nelle spalle : i malati che<br />

spesso nominano la loro morte, finiscono a non esser più creduti.<br />

— Papà — disse Febea con gran dolcezza — ci posso andar io, sai, ci andrò da<br />

me a fare queste spese. .. lascia stare il prete, che grazie a Dio, non siamo a questi<br />

punti, ti porterò anche la persicata, quella ti fa bene — e, alzandosi, rimise il casac-<br />

chino, con una prestezza, una furia, frenando appena il tremito d'impazienza, che<br />

tutta la ardeva. A quella vista P infermo si sollevò sui gomiti e ansante, annebbiato<br />

gii occhi, scintillanti solo d' uno sdegno, che parea soprastare al fuoco della vita se­<br />

mi spento :<br />

— Ah ! tu la vuo' spuntare ... tu vuo' piantarmi qua solo ... gli è per questo<br />

che mi dai ad intendere di far le spese. . . tanto gonzo mi credi... capisco tutto<br />

sai io . . . tutto .... va, scellerata, va, iniqua ... va alla tua rovina — e col braccio<br />

scarno le additava la porta.<br />

— Guarda — esclamò trionfante Febea, tornata quella di prima — guarda il po­<br />

vero malato ... mi pare che per istrapazzarmi ei n' ha abbastanza del fiato ... e io<br />

sciocca a star qui, e tornii su tali impertinenze! — e, fìngendo un risentimento gravis­<br />

simo s'avvia, ma per davvero alla porta.<br />

La nota segreta in quell' orribile concerto, la chiave per intendere il perchè di<br />

quegli alti e bassi consisteva in ciò : il padre voleva aver là sua figlia : lo maledicesse.<br />

sto per dire, lo percotesse . . . persuaso di morire, voleva morire avendola in camera.<br />

Quantunque si sapesse colpevole di debolezza, e comprendesse di non poter ispirare<br />

rispetto, solo, vero fondamento del vero amore, pure aver la figlia, una figlia idola­<br />

trata, averla vicina al suo capezzale nel punto della sua morte, credeva di domandare<br />

una mercede giusta ; non istimava di chieder troppo.<br />

Ella in vece eccitata da un demone, visto il segnale della fattucchiera, non cono­<br />

sce più lume.<br />

— Tu mi vorresti far paura, inchiodar qua a marcir tutta la vita — ed è per<br />

ciò che vorresti eh' io sposassi Lorenzo, e eh' io non lo posso s<strong>of</strong>frire , pr<strong>of</strong>erì piena di<br />

collera e ridendo d'un mal riso... ma la sbagli di molto se credi vincerla con me...<br />

tu mi dovresti conoscere ... in fin de' conti cosa faccio ? . . che gran mali sono i<br />

miei ? .. vado dalla Giggia ... — e si moveva, ma con sua grande sorpresa il malato<br />

non le die' retta ... — Oh ! fai tu finta di dormire ? — Giovanni porse P orecchio ad<br />

ascoltare ; non si sentiva più il respiro, dianzi tanto penoso dell' infermo : P uomo de­<br />

pose le barbabietole, in quella uscì dallo stambugio, dove attendeva alle sue eterne<br />

corrispondenze, la governante.<br />

— Mais . .. monsieur votre pere . .. vraiment il mefait de la peine — disse Me­<br />

lania, che alle altre qualità univa quella dei coccodrilli.<br />

— Buffona ! — esclamò Febea, slanciandole un' occhiata di astio e di accusa,<br />

poiché alle massime freddamente corruttrici, alla lenta azione d' uno scetticismo deri­<br />

sore di tutto quello eh' è santo, dovea la povera fanciulla il veleno, che minacciava<br />

spegnere nel suo cuore ogni buon sentimento.<br />

— Oh! per me non parlo ! —rispose Melania — un medico non lo chiamate ?—<br />

a cui Febea :<br />

— Oh ! non e' è nulla di nuovo : languori n' ha avuti tanti, ne ha sempre ... e'

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