ILLUSTRATE W - The University of Chicago Library
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30 ANZÙ<br />
reno, che, nello stendersi al settentrione, s' andava elevando. La Checca seguì la<br />
Giacomina.<br />
— Eccola qua . . . pover' animetta — disse quest' ultima, fermandosi davanti ad<br />
un lettuccio, impiantato alla meglio sopra una madia rovescia : il letticino era povero,<br />
ma pulito : si componea d' un pagliariccietto, d' una coltre fatta d' un vecchio co<br />
pertoio, di quelli che tessono quassù a forza di cenci : le lenzuola grosse ma candide.<br />
Del resto cosa importavano mai coltre e lenzuola alla bambina che ci dormiva dentro ?<br />
— Oh ! benedetta .... oh ! sii tu benedetta ! . . . . benedetta mo cara ! mam<br />
mola del Signore ! — esclamò la Checca giungendo le mani, in atto di lieta mara<br />
viglia, mista ad una certa pietà — oh ! benedetta ! . . « . può essere più bella co<br />
stei ? .... un pometto lazzcruolo .... sì affé mia .... ah ! che beli' amore .... e<br />
non ha freddo, no ? .... oh ! vedi, Giacomina, la s' è scoperta .... no .... no ... .<br />
lasciatela che non la s' abbia a destare, e ad uggirsi.... la gettò via il lenzuolo<br />
a modo, che pare non lo voglia, nel suo intendere.... — Ogni notte la si riduce<br />
a dormire così — rispose la Giacomina. Di fatto la piccola dormente nel buttar là,<br />
con quel certo che d' abbandono e d'impero, una gambetta ed un braccio, s' era<br />
allontanata un po' la coperta : sudava però lo stesso, tanto placida, e di gusto<br />
dormiva : i ricciolini biondi, commossi dal suo fiato volavano, e la bocca tanto bella,<br />
che parea tagliata con le forbici, la bocca, un tantinino aperta, al s<strong>of</strong>fio di quel<br />
fiato soave, che, come P onda d' un lago nei giorni più quieti, urta una riva, appena<br />
fiorita, si gonfiava uniforme, colore di rosa.<br />
Le donne rimasero là a contemplare quella scena, senza aprir becco : rimasero là :<br />
la Giacomina tenendo alta la lucerna e accosto agli occhi, mentre con una mano<br />
volea nascondere il chiaro perchè non ferisse di soverchio la dormente : poi la ma<br />
no, suo malgrado, cadeva e la lasciava in piena luce, talché brillava, e parea sfolgo<br />
reggiare come un angelo.<br />
— Benedetta da quel Dio che ti fece ! — mormorò la Checca rompendo per la<br />
prima il silenzio — veh ! .... la è tanto bella che somiglia ad un ritratto.<br />
— Mah ! — rispose la Giacomina, niente stupita del paragone . . . poi tacquero<br />
di novo fin che ambedue formando, senza dubbio, lo stesso pensiero in seguito alle<br />
identiche emozioni, e deducendone la stessa dolorosa maraviglia :<br />
— E costui !. . . — esclamarono in una volta , tutte e due al loro modo ; ti<br />
mido, sommesso la Giacomina; pronunziatissimo la Checca, che avvalorò il suo dire<br />
stringendo i pugni, e agitandoli in aria ;<br />
— E costui !... ah ! cor di cane l — riprese ; l'altra, senza farle eco, tacitamen<br />
te si diede a lagrimare : •— capisco ! . . . voi — continuava la Checca, — vo' non<br />
glielo potete dire, ma io . . . . oooh! che sì, che sì — e dimenava eloquentemente la<br />
testa — io sono la Betta dalla lingua schietta^ io spiffero le parole al modo che le<br />
sento .... e ... . ascoltate ... così non la ha da terminare dassenno ; o che ? non<br />
mi chiamo più la Checca? ne ho visti dei personaggi più grandi io, ma ben più<br />
di lui a chetar la boria e venirmi innanzi mucci, mucci.... e io dura .... eh !<br />
con me guai se mi fossi lasciata imporre.... . perchè, sentite, .... le ra<br />
gioni ? . . . . dispetti, cattiverie non gliene usaste mica, Giacomina ? — la donna<br />
alzò gii occhi al cielo, come appellandolo in testimonio del contrario.