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ILLUSTRATE W - The University of Chicago Library

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DON CESARE 71<br />

una tal domanda, per udire una tal risposta ... 0 sospettava, o comprendeva, ma<br />

tacque.<br />

Adesso ritorna : e in pochi passi furono ambedue, egli e suo padre, al letto della<br />

morta. Il padre non potè reggere e andò a nascondersi, a piangere solo. Don Ce­<br />

sare s'inginocchiò al letto di sua sorella, appoggiò la testa sulla sponda di esso,<br />

e congiunte le mani in atto di preghiera contenuta, sebben passionatissima, stette<br />

là : le donne di casa lo lasciarono quieto, discorrere con Dio, aprirgli il cuor suo<br />

esulcerato.<br />

— Signore, vi domando perdono d' aver voluto amare la creatura mortale<br />

per me, per la gioia de' miei giorni terreni : come s' ella fosse stata creata per le­<br />

tificarmi . . . Signore, vi ringrazio d' avermela tolta, per insegnarmi a non amare che<br />

voi ... a considerarla solo un vostro s<strong>of</strong>fio . . . D' ora innanzi, mi dedicherò solo a<br />

voi...— e singhiozzava. — Ah! nello schiantarsi dal seno un affetto così radicato, con<br />

tante radici d' abitudine, di sangue, di onesta opportunità, gli pareva di morire. Una<br />

delle donne voleva tirarlo via da quel letto ; egli le domandò — che cos' è di mio<br />

padre ? — Gli è in cucina : prima, stava nascosto in istalla, P arciprete lo condus­<br />

se in tinello : or ora gii preparano un pane in brodo ... e lui, Don Cesare ? — Egli<br />

la interruppe con cenno negativo, poi prese la manina della cara morta, e vi ap­<br />

poggiò la bocca ... — Signore, richiamatemi a voi — ricominciava nello slancio<br />

del dolore ; ma subito ravveduto : — Ah ! no ... se giudicate eh' io possa spendere<br />

la vita mia per voi . . . resterò a tribolare, ci resterò, e volentieri. — Qui, alzatosi,<br />

il pio ricompose il lenzuolo sulla faccia dell' angioletta spenta, e s' avviò alla propria<br />

cella, non molto discosta. Ma, nel venir via, che disperazione ! . . . nel torsi da quella<br />

camera, dove non ci avea che un cadavere ! . . . era P atto d' una separazione eterna.<br />

Posò al davanzale della finestra, col breviario davanti ; di là, essendo gii uscì rimasti<br />

aperti, scorgeva una striscia di lume, mandato dalla candela, che ardeva a piò del<br />

letto della povera Alba. Ancora quel debole lume gii parlava di lei, e stette a guardar­<br />

lo, dando qualche occhiata al di fuori, macchinalmente, senza sapere cosa o perché<br />

guardasse ; e intanto quai pensieri ! come rifaceva il cammino del passato, come abbor-<br />

riva da quelli dell'avvenire! I suoi dolori antichi, i palpiti repressi, il pericolo d'affet­<br />

ti, da cui il cuor suo intemerato prevedesse vicino il rimorso, il vuoto, P uggia d' una<br />

vita di relegazione, di tutto si ricordò, tutto presentì : un affanno mortale gli serrava<br />

P anima ; su quella bella fronte intelligente, in quel beli' occhio dolce e severo si<br />

fissò P impronta d' una tristezza cupa, amara come la morte, e che afferrava, non<br />

un punto solo del viver suo, ma tutto, fm P ultimo respiro, e si congiungeva ai se-

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