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A più voci - Magellano

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oggetto del contendere. Per esempio il prezzo, nella trattativa tra<br />

venditore o compratore o un aumento salariale nella trattativa tra<br />

sindacati e datori di lavoro. In questi casi non c’è altro da fare che<br />

tirare da una parte o dall’altra. Ma spesso ci troviamo in situazioni<br />

<strong>più</strong> complesse, in cui non c’è un unico oggetto del contendere, ma<br />

ce ne sono diversi. In questi casi le parti possono giocare un gioco<br />

completamente diverso.<br />

La negoziazione integrativa (o creativa)<br />

L’idea di questo secondo tipo di negoziazione (integrativa o creativa)<br />

è stata sviluppata nel corso degli anni ’70 dall’Harvard Negotiation<br />

Project dell’Università di Harvard ed è stata poi sintetizzata nel 1981<br />

da Roger Fisher e William Ury, nel famoso manuale, Getting to Yes.<br />

Negotiating agreement without giving in, <strong>più</strong> volte ripubblicato in<br />

tutto il mondo 2 .<br />

Concentrarsi sugli interessi e non sulle posizioni<br />

L’idea di partenza è che le parti dovrebbero rinunciare a un confronto<br />

basato sulle posizioni, ossia evitare di lavorare esclusivamente su quello<br />

che ciascuna di esse dichiara di volere: questo conduce, come abbiamo<br />

visto, al muro contro muro e, nel caso migliore, a un compromesso.<br />

Devono piuttosto lavorare sugli interessi che stanno dietro alle posizioni.<br />

La posizione è la soluzione che una parte desidera raggiungere per<br />

un determinato problema, ma ovviamente possono esistere altre soluzioni<br />

(altrettanto soddisfacenti) per quello stesso problema. È quindi<br />

necessario spostare il confronto dalle soluzioni dichiarate (le posizioni)<br />

ai problemi (gli interessi) che stanno dietro. Se il confronto viene svolto<br />

sui reali interessi delle parti è possibile che si trovino soluzioni che soddisfano<br />

in qualche modo gli interessi di tutti.<br />

Come si fa a passare dal confronto sulle posizioni al confronto sui<br />

problemi? Semplicemente chiedendo: “Perché?”: “Perché sostieni questa<br />

posizione?”. “Quali sono i tuoi interessi?”, “Qual è il problema che<br />

vorresti risolvere dichiarando quella posizione?”. Detto in altri termini<br />

le parti devono essere indotte a fornire argomenti a sostegno delle<br />

loro posizioni.<br />

A questo punto è possibile fare una scoperta decisiva: se le posizioni<br />

sono contrapposte, non è detto che lo siano anche gli interessi<br />

delle parti. Anzi spesso si può scoprire che gli interessi sono semplicemente<br />

diversi e che è possibile sfruttare le differenze per trovare<br />

una soluzione soddisfacente per tutti. Fisher e Ury raccontano la<br />

seguente storiella:<br />

Una mamma sente che le due sorelline stanno litigando. “Che cosa<br />

succede?” chiede. “Voglio l’arancia”, dice la prima sorellina. “La<br />

voglio anch’io” dice la seconda. La mamma chiede a ciascuna di<br />

loro: “Perché volete l’arancia?”. La prima risponde: “Per mangiarla”.<br />

La seconda risponde: “Mi serve la buccia per fare una torta”.Allora<br />

2. Traduzione italiana: R.<br />

Fisher, W. Ury, L’arte del<br />

negoziato, Milano,<br />

Mondadori, 1995.<br />

COME. APPROCCI E TECNICHE PER LA GESTIONE DEI CONFLITTI 103

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