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Scheda 5 Il piano strategico di Verona<br />
62 A PIÙ VOCI<br />
Le tecniche che stiamo per presentare possono essere utilizzate da<br />
tutti, anche da persone che sono professionalmente abituate a intervenire,<br />
negoziare, tenere discorsi o prendere decisioni. Possono aiutare<br />
anche le interazioni tra di loro. D’altra parte, alcune di queste tecniche<br />
sono nate in ambito aziendale per indurre gli alti manager a<br />
riflettere sulle strategie dell’impresa o per risolvere i conflitti.<br />
Possono quindi essere utilmente applicate anche nelle amministrazioni<br />
pubbliche quando si tratti di far interloquire tra di loro politici,<br />
dirigenti, funzionari, ossia gente navigata che ha alle spalle una<br />
lunga esperienza pubblica. Possono servire a spiazzarli e a favorire<br />
relazioni <strong>più</strong> costruttive ed efficaci. Non dobbiamo quindi escludere<br />
di utilizzarle, ovviamente cum grano salis, quando si gestisce, per<br />
esempio, la concertazione in vista di un accordo di programma o di un<br />
patto territoriale o quando si convoca una conferenza dei servizi.<br />
Anche queste sono decisioni inclusive. Anche queste hanno bisogno<br />
di metodo (e infatti, senza metodo, spesso si arenano).<br />
Per esempio i piani strategici delle città, che stanno diffondendosi<br />
in Italia, sono elaborati da persone tutt’altro che sprovvedute (le élite<br />
politiche, economiche, associative cittadine), ma sono gestiti secondo<br />
i metodi presentati in questo capitolo: piccoli gruppi assistiti da facilitatori,<br />
grande trasparenza, sequenza di fasi prestabilite, ecc. E funzionano<br />
molto bene. Anzi consentono di raggiungere una visione comune<br />
sul destino della città che, con altri strumenti, sarebbe probabilmente<br />
impossibile.<br />
Nel febbraio 2003 il Comune di Verona decide di avviare il Piano strategico della città. A Verona non vi sono precedenti<br />
di un processo partecipativo così complesso per numero di attori, ampiezza dei temi e profondità temporale<br />
del piano (2020). Non manca lo scetticismo: le questioni da affrontare urgono, a partire dal ridisegno della<br />
città e dall’utilizzo di grandi aree urbane a sud, in prossimità del Quadrante Europa. Una logica a breve spingerebbe<br />
ad adottare in fretta lo strumento urbanistico, il cui rinnovo è atteso da decenni. La nuova amministrazione<br />
decide invece di dare la precedenza alla costruzione di una visione condivisa a lungo termine della città,dell’area<br />
metropolitana e della rete interregionale di città di Verona, Brescia, Mantova, Trento e Vicenza. In poche settimane,<br />
il cantiere progettuale è avviato; a giugno è già pronto un diagnostico condotto con 70 stakeholders. Partono<br />
quattro tavoli tematici: a gennaio 2004 si tiene la Conferenza strategica che coinvolge tutta la città. Il lavoro continua<br />
sugli oltre 20 progetti-bandiera prioritari.<br />
Testimonianza di Paolo Perulli, Università del Piemonte Orientale