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A più voci - Magellano

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possibile di cittadini che avessero voglia di interessarsi al problema e di dire la loro. Scartammo la soluzione di<br />

indire un’assemblea pubblica sull’argomento, a causa della poca affluenza che si ha sempre in queste assemblee,<br />

dove pochi hanno voglia di esprimersi in pubblico. Ci sembrò quindi importante raccogliere le idee sia di un<br />

certo numero di portatori di interessi diffusi (associazioni, forze politiche, chiesa, commercianti…) sia dei cittadini<br />

in genere, autonomamente e anonimamente. Per far questo ritenemmo importante rivolgerci a qualcuno<br />

(Avventura Urbana) che avesse una specifica esperienza professionale in questo tipo di indagine.<br />

Ricevemmo critiche pesanti da parte di alcuni consiglieri di opposizione, che si ritenevano unici delegati a riferire<br />

il parere della cittadinanza. L’indagine fu invece molto significativa, per cui ritenemmo utile rivolgerci di nuovo<br />

agli stessi professionisti – che avevano sentito direttamente il parere dei cittadini – quando si trattò di progettare<br />

la riqualificazione della piazza del Municipio, centro del paese.<br />

Che risultati pensa di aver ottenuto?<br />

Molti residenti hanno apprezzato che fosse richiesto il loro parere su una pianificazione urbana di una certa<br />

importanza. Quelli che non hanno partecipato – per loro scelta – o che si sono trovati in minoranza non hanno<br />

poi potuto essere particolarmente aggressivi contro l’amministrazione, quando si sono operate scelte che scaturivano<br />

da indicazioni collettive. Anche quando, come nel caso della progettazione della nuova piazza, vi sono state<br />

reazioni piuttosto accese da parte di qualcuno, per noi amministratori è stato molto <strong>più</strong> facile controbattere e<br />

giungere a soluzioni concordate.<br />

Un piano urbanistico frutto di concertazione è <strong>più</strong> accettato e quindi <strong>più</strong> valido di un piano tecnicamente perfetto<br />

ma che passa sopra le teste dei cittadini.<br />

Intervista a cura di Isabelle Toussaint, Avventura Urbana<br />

Relazioni migliori: il capitale sociale e l’empowerment<br />

Al di là dei risultati di merito, i processi inclusivi possono generare<br />

un altro effetto di grandissima importanza, ossia stimolare la nascita<br />

di nuove relazioni tra i partecipanti o rafforzare quelle esistenti.<br />

Questo aspetto può anche essere definito come aumento del capitale<br />

sociale. Il capitale sociale è costituito dai legami di cooperazione<br />

e fiducia, che sussistono in un certo ambito sociale. Questi legami<br />

(come lo stesso termine capitale indica) costituiscono un patrimonio,<br />

che è in grado di produrre frutti nel futuro. Più il capitale<br />

sociale è esteso (ossia, migliori sono le relazioni tra gli attori) e <strong>più</strong><br />

è probabile che nascano in futuro iniziative cooperative per risolvere<br />

i problemi comuni.<br />

Il lavoro in comune, infatti, crea legami, avvicina i linguaggi, abitua<br />

persone che provengono da ambienti diversi a confrontarsi tra<br />

di loro e a tener conto delle reciproche esigenze. Un processo inclusivo<br />

non è importante soltanto per la specifica questione che è in<br />

grado di affrontare, ma anche per i beni relazionali che riesce a<br />

generare e che potranno continuare a dare frutti anche dopo che<br />

quel processo decisionale sarà concluso. Gli attori coinvolti saranno<br />

probabilmente in grado di prendere nuove iniziative e impareranno<br />

a camminare con le loro gambe, anche senza bisogno di aspettare<br />

un impulso dall’alto.<br />

CON QUALI ESITI 133

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