A più voci - Magellano
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42 A PIÙ VOCI<br />
grado di rispondere alla domanda con chi? o, per lo meno, di formulare<br />
alcune ipotesi plausibili. In linea di principio, a seconda della<br />
natura del progetto sul tappeto, è possibile immaginare tre diverse<br />
configurazioni dei propri interlocutori.<br />
Prima configurazione: solo con istituzioni pubbliche<br />
Nei casi meno complicati ci si può limitare a coinvolgere soltanto le<br />
istituzioni pubbliche: le istituzioni rappresentative, ossia gli enti locali<br />
territoriali (comuni, province, regioni, comunità montane, ecc.) e,<br />
eventualmente, le agenzie funzionali (consorzi, camere di commercio,<br />
aziende sanitarie, agenzie ambientali, università, ecc.). Si tratta della<br />
soluzione <strong>più</strong> semplice che, per lo <strong>più</strong>, è già prevista dalla legge: è<br />
quello che si fa normalmente quando si convoca una conferenza di<br />
servizi e si prepara un accordo di programma. Le novità potrebbero<br />
essere due:<br />
• invitare al tavolo anche le istituzioni o le agenzie la cui presenza<br />
non è prevista dalla legge: in questo caso sarà necessario un lavoro<br />
preliminare volto a scovare le istituzioni che potrebbero essere<br />
interessate, al di là degli obblighi giuridici;<br />
• non limitarsi alle consultazioni formali stabilite nei testi legislativi,<br />
ma avviare un processo di discussione o di concertazione <strong>più</strong><br />
ricco, secondo i metodi indicati nel capitolo 4.<br />
Scheda 1 Un caso di partenariato per una politica sociale<br />
IVREA: PROGETTO LAPIS, L’AGENZIA PER L’INCLUSIONE SOCIALE<br />
Nella prima metà del 2002 il Comune di Ivrea insieme ad un esteso partenariato ha avviato un processo di progettazione<br />
partecipata, approvato e finanziato dalla Regione Piemonte e finalizzato alla costituzione di un’Agenzia<br />
per l’inclusione sociale nel territorio appartenente al Patto Territoriale del Canavese.<br />
Il partenariato vede la partecipazione di tutti gli attori fondamentali del territorio che si occupano del tema dell’inclusione<br />
sociale: la Provincia di Torino (nella sua qualità di responsabile dei Centri per l’impiego), l’Asl –<br />
Dipartimento di Salute Mentale e Servizio Tossicodipendenze, l’Università di Torino – Dipartimento di Scienze<br />
Sociali, il Consorzio Forum (consorzio a partecipazione pubblica che si occupa di formazione), la Fondazione<br />
Ruffini (fondazione privata attiva nel campo dell’inclusione sociale), la C.N.A, la C.G.I.L, il Consorzio Copernico<br />
(consorzio di cooperative sociali aderente alla Confcooperative).<br />
Obiettivo del progetto è la costituzione di un’Agenzia intesa come rete strutturata di intervento tra i diversi attori,<br />
in grado di operare nel campo dell’inclusione sociale condividendo strumenti di intervento e pratiche lavorative,<br />
oltre che un patrimonio di informazioni e di collaborazioni stabili. Il progetto prevede una fase finale di sperimentazione<br />
sul campo da rivolgere ad un campione di 80 utenti individuati tra disabili fisici e psichici, tossicodipendenti,<br />
immigrati e, <strong>più</strong> in generale, persone con rilevanti problemi di marginalità sociale.<br />
Il processo, tuttora in corso, si struttura in tre filoni di attività, ciascuno dei quali ha dato vita ad un gruppo di<br />
lavoro a composizione mista. L’Università di Torino coordina un lavoro di ricerca sull’esclusione sociale nel<br />
Canavese. La C.N.A, un gruppo che si occupa di analizzare le percezioni delle imprese in relazione all’inserimento<br />
lavorativo di persone con problemi di marginalità e che si pone come obiettivo ultimo l’individuazione di una<br />
rete di aziende con cui stabilire rapporti di partnership. Il Comune di Ivrea, un gruppo finalizzato alla analisi e