01.06.2013 Views

A più voci - Magellano

A più voci - Magellano

A più voci - Magellano

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

56 A PIÙ VOCI<br />

La distinzione tra queste tre famiglie è tutt’altro che netta – molte<br />

di esse stanno a cavallo tra due campi diversi (o tutti e tre) – ma può<br />

essere utile a fini espositivi.<br />

I principi comuni<br />

Prima di presentare le tre famiglie di tecniche va detto che la maggior<br />

parte di esse si basa su alcuni principi comuni, di carattere molto<br />

generale. Questi principi sono semplici, ma niente affatto banali e<br />

scontati: per lo <strong>più</strong> nelle amministrazioni italiane non vengono affatto<br />

seguiti. Non è quindi inutile presentarli velocemente.<br />

Favorire la comprensione ai non specialisti<br />

È difficile immaginare di prendere decisioni a <strong>più</strong> <strong>voci</strong> se i partecipanti<br />

non capiscono di che cosa si parla. Sembra del tutto ovvio, ma<br />

un buon livello di comprensione reciproca è un fenomeno piuttosto<br />

raro. Gli specialisti, sia i tecnici che gli amministrativi, usano linguaggi<br />

incomprensibili ai profani (e tutti noi siamo profani rispetto a<br />

qualche specialista), e tendono a dare per scontate premesse che per<br />

gli altri sono invece indispensabili. Gli stessi concetti possono essere<br />

sempre espressi con il linguaggio comune. La comunicazione, il parlare<br />

semplice sono requisiti essenziali di qualsiasi processo partecipativo.<br />

Certe volte può essere utile far vedere le cose piuttosto che descriverle<br />

a voce o per iscritto, mostrare un plastico invece che un disegno<br />

architettonico (che la maggior parte della gente non capisce), fare<br />

esempi piuttosto che citare dei numeri (pochi capiscono quanto è<br />

grande un volume espresso in metri cubi, ma tutti hanno un’idea<br />

della dimensione del Colosseo). Ci vuole in sostanza un lavoro di traduzione,<br />

che permetta di mettere tutti alla pari. Alcuni approcci ricorrono,<br />

come vedremo, a tecniche di simulazione per facilitare la comprensione<br />

dei problemi e lo scambio tra i partecipanti.<br />

Tutto questo non è impossibile e costituisce una sfida creativa e<br />

affascinante. E soprattutto dà sempre risultati sorprendenti: se la traduzione<br />

è fatta bene ed è calibrata sulle conoscenze e le abilità dei partecipanti,<br />

il dialogo riesce a decollare facilmente. L’esperienza mostra<br />

che i profani possono interloquire validamente con gli specialisti, se<br />

posti nelle condizioni giuste.<br />

Strutturare il processo secondo regole condivise<br />

I processi inclusivi non possono essere lasciati allo stato brado. Anche<br />

quando si vuole sollecitare la spontaneità, è necessaria una cornice<br />

ben definita (anzi <strong>più</strong> la cornice è definita, <strong>più</strong> è probabile che la<br />

spontaneità riesca a manifestarsi). Gran parte del lavoro preparatorio,<br />

consiste nell’approntare questa cornice, cercando di prevedere tutti i<br />

problemi che possono emergere.<br />

I processi di questo tipo sono infatti molto strutturati. Quello che<br />

si vuole evitare è che la discussione possa protrarsi all’infinito e dege-

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!