A più voci - Magellano
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• clausole per la riformulazione dell’accordo in seguito a difficoltà<br />
sopravvenute.<br />
L’accordo dovrebbe essere sufficientemente elastico da consentire<br />
mutamenti di rotta in caso di difficoltà. Tutti i partecipanti dovrebbero<br />
fare attenzione a non pretendere dai loro interlocutori impegni<br />
irrealistici o comunque troppo gravosi.<br />
Tecniche per la trasformazione dei conflitti:<br />
il conflict spectrum<br />
Esistono numerosi strumenti specifici, che sono stati studiati per facilitare<br />
la trasformazione dei conflitti (vedi scheda 4). Qui ci limitiamo<br />
a presentarne uno, elaborato del Berghof Center di Berlino: il conflict<br />
spectrum 3 .<br />
Si tratta di un metodo per trattare un conflitto che si trova in uno<br />
stadio molto iniziale. Esso dà alle persone la possibilità di capire il senso<br />
delle posizioni assunte dagli altri e consente loro di avere un’idea precisa<br />
sul numero di persone che condividono certe opinioni. Lo strumento<br />
richiede che ciascuno esprima pubblicamente il proprio punto di vista e<br />
quindi dev’essere usato soltanto quando le persone possono sentirsi sufficientemente<br />
sicure di prendere posizione apertamente.<br />
Il metodo consiste in questo. Dopo aver riunito tutte le persone in<br />
una sala, si indica un angolo della sala come il punto dove devono<br />
andare le persone che sono fermamente convinte di una certa posizione.<br />
L’angolo opposto è il punto dove devono andare le persone<br />
convinte del contrario. Si spiega ai partecipanti che tra le due posizioni<br />
potrebbero esistere infinite sfumature che sono rappresentate, nella<br />
sala, dalle posizioni intermedie tra i due angoli.<br />
Si chiede a ogni partecipante di andare nel punto della sala che<br />
corrisponde al proprio punto di vista. E quando le persone si sono<br />
disposte lungo lo spettro, si chiede a ciascuna di loro di spiegare brevemente<br />
perché hanno scelto di mettersi in quella posizione.<br />
A questo punto è possibile (ma non necessario) compiere un<br />
passo ulteriore, dividendo i partecipanti in tre gruppi: i due gruppi<br />
che si sono collocati in posizioni estreme e il gruppo che si è collocato<br />
nel mezzo. Ogni gruppo ha venti minuti per preparare una lista dei<br />
punti di forza e di debolezza della propria posizione e poi ne riferisce<br />
in seduta plenaria.<br />
Subito dopo è possibile chiedere ai partecipanti di ricollocarsi<br />
lungo lo spettro. Se qualcuno, dopo la discussione, ha cambiato idea,<br />
gli si chiede di spiegare perché.<br />
Anche le persone che all’inizio si sono espresse in modo aggressivo,<br />
sono spesso in grado di parlare agli altri in modo costruttivo dopo<br />
che si sono posizionate lungo lo spettro. Quando le persone spiegano<br />
“perché mi sono messo in questa posizione”, tendono ad assumere un<br />
atteggiamento completamente diverso rispetto a quando spiegano<br />
“perché i miei oppositori hanno torto”.<br />
3. R. Kraybill, Facilitation<br />
Skills for Interpersonal<br />
Transformation, in<br />
Berghof Handbook for<br />
Conflict Transformation,<br />
http://www.berghofhandbook.net/kraybill/tex<br />
t.htm.<br />
COME. APPROCCI E TECNICHE PER LA GESTIONE DEI CONFLITTI 109