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A più voci - Magellano

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Scheda 4 La sindrome Nimby: alcune vie d’uscita<br />

ESPERIENZE INTERNAZIONALI<br />

Sono ormai moltissimi gli studi, condotti a livello internazionale, che propongono di superare le sindrome Nimby<br />

attraverso processi consensuali che includano fin dall’inizio le comunità coinvolte e che presentano esperienze in<br />

cui tali processi inclusivi hanno avuto successo. Per esempio B.G. Rabe riferisce il processo consensuale avvenuto<br />

nella provincia canadese di Alberta dove un complesso impianto per lo smaltimento dei rifiuti è stato localizzato<br />

con l’attiva partecipazione delle comunità coinvolte. M. Rey riferisce un caso analogo effettuato nel cantone Vaud<br />

in Svizzera, dove il sito per una discarica di rifiuti pericolosi è stato individuato e accettato in seguito a un lungo<br />

lavoro si analisi condotto con la partecipazioni delle comunità interessate.<br />

(B.G.Rabe,Beyond NIMBY. Hazardous Waste Siting in Canada and the United States, Washington D.C., The<br />

Brooking Institution, 1994; M. Rey, Pour une gestion stratégique du processus de décision en aménagement du territoire<br />

et en evironnement, Losanna, C.E.A.T., 1994)<br />

PROVINCIA DI TORINO: IL PROGETTO “NON RIFIUTARTI DI SCEGLIERE”<br />

Nel 2000 la Provincia di Torino scelse di avviare un processo consensuale per la localizzazione di un inceneritore e<br />

una discarica entro una rosa di 38 siti precedentemente individuati. Venne formata una commissione formata dai<br />

rappresentanti delle comunità sul cui territorio ricadevano i siti candidati. La commissione lavorò un anno e<br />

mezzo e alla fine produsse una graduatoria condivisa dei siti .<br />

(http://www.provincia.torino.it/ambiente-provto/nrds/index.htm)<br />

COMUNE DI FIORENZUOLA: INVECE DELLA CENTRALE TURBOGAS<br />

La proposta di insediare un centrale elettrica turbogas nell’area industriale di Barabasca, nel comune di<br />

Fiorenzuola, sollevò la fermissima opposizione dei residenti. Il comune, invece di insistere su quella destinazione,<br />

decise di aprire un processo di consultazione fra i cittadini, le associazioni e le categorie produttive, chiedendo<br />

loro “che cosa possiamo fare in quell’area?”. Attraverso quattro incontri nei svolti primi mesi del 2003, con l’assistenza<br />

della società FocusLab, oltre cento partecipanti, divisi in gruppi di lavoro hanno formulato un ampio spettro<br />

di proposte su cui il comune sta attualmente lavorando.<br />

(Comune di Fiorenzuola d’Arda, Rapporto finale del Processo partecipato Quale sviluppo e vocazione per l’Area<br />

Barabasca?, 2003)<br />

Quando abbiamo bisogno dell’apporto di altri<br />

Può essere conveniente avviare un processo di tipo inclusivo, anche<br />

quando non esiste alcun conflitto attuale, né si possono prevedere<br />

contrapposizioni rilevanti nel futuro. In questa seconda circostanza<br />

l’esigenza di allargare la partecipazione al processo decisionale nasce<br />

dal fatto che non siamo in grado di prendere o di attuare una decisione<br />

da soli, ma abbiamo bisogno della cooperazione di altri soggetti.<br />

Gli altri soggetti – istituzioni o agenzie pubbliche, associazioni,<br />

comitati, comuni cittadini – dispongono insomma di qualche<br />

risorsa che è indispensabile per compiere una scelta o per metterla<br />

in pratica.<br />

IN QUALI CIRCOSTANZE 23

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