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A più voci - Magellano

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dei commericianti dicendo che a loro in realtà il traffico di attraversamento (che da fuori Bolzano porta in città,<br />

senza fermarsi a Oltrisarco) non interessa proprio, mentre a loro interessa che il quartiere sia accessibile; anzi<br />

durante il discorso ha fatto un elenco delle ricadute positive che si avrebbero sul commercio se il traffico fosse<br />

“calmato”: i dehors, lo struscio davanti alle vetrine, la libertà di poter far la spesa con i bambini, ecc.<br />

Questi racconti hanno modificato in modo molto forte il clima della discussione, portandola da una interazione<br />

polarizzata (la via chiusa o aperta al traffico) ad un’interazione progettuale, su come migliorare la via, calmare il<br />

traffico e anche valorizzare il commercio. Poi ad un certo punto un signore molto propositivo (noi li chiamiamo<br />

“urbanisti dilettanti”, e lo diciamo con molto rispetto) ha avanzato una sua proposta: usare l’area dello scalo ferroviario<br />

abbandonato, al di là della ferrovia, parallela e distante solo 50 metri dalla via Claudia Augusta, come<br />

strada-parcheggio-parco lineare di servizio, in modo da poter ridurre il parcheggio della via senza danneggiare il<br />

commercio, con alcuni collegamenti pedonali sotto la ferrovia per unire le due aree.<br />

Che risultati abbiamo ottenuto<br />

Prima di tutto abbiamo potuto stemperare un conflitto offrendo delle alternative progettuali. E poi, cosa ancora<br />

<strong>più</strong> soprendente, abbiamo scoperto una risorsa territoriale che non avevamo saputo valorizzare. Questa risorsa si<br />

è rivelata così importante che qualche giorno dopo un gruppo di tecnici del Comune, insieme ad alcuni abianti,<br />

ha esplorato palmo a palmo tutta l’area (per molti di loro si trattava di una vera sopresa) e hanno verificato che la<br />

cosa si poteva fare, e quindi stanno procedendo per avviare uno studio tecnico ed economico di fattibilità.<br />

Testimonianza di Matteo Robiglio, Avventura Urbana<br />

Scheda 2 Agricoltori contro cacciatori: superamento di un conflitto<br />

PERCORSO PARTECIPATIVO PER LA COSTRUZIONE DEL PIANO STRUTTURALE<br />

DEL COMUNE DI DICOMANO (FIRENZE)<br />

Il problema iniziale<br />

Il problema non è stato proprio iniziale, ma è arrivato a metà del 2003, dopo che l’avvio del percorso di stesura<br />

del nuovo Piano Regolatore del Comune di Dicomano aveva suggerito di attivare un percorso di dialogo sociale<br />

che ne accompagnasse la redazione, affrontando specialmente i temi del territorio aperto, che occupa oltre il 77%<br />

del comune ma era stato ignorato dagli strumenti urbanistici precedenti.<br />

Si sperava che – da subito – i percorsi di coinvolgimento dei cittadini convergessero verso un risultato condiviso.<br />

Invece – nella fase iniziale – hanno dato spazio all’emergere di alcuni conflitti che hanno richiesto la trasformazione<br />

delle originarie interviste in una trentina di focus group a tema, mirati anche alla risoluzione di<br />

singoli conflitti locali.<br />

Tra questi conflitti uno dei <strong>più</strong> visibili sembrava quello tra produttori radicati nel territorio aperto (agricoltori e<br />

allevatori) e i gruppi di cacciatori che riuniscono oltre 220 dei 5000 abitanti del piccolo comune toscano. In particolare,<br />

i conflitti emersi riguardavano il tema degli sconfinamenti dei cacciatori (e soprattutto delle loro prede!)<br />

nei territori produttivi.<br />

Chiarire i temini del conflitto: i focus group<br />

Il tema ha spiazzato i consulenti esterni del Piano, e perciò gli abbiamo dedicato una serie di focus group, con<br />

l’obiettivo di chiarire quali erano i termini del contendere e verificarne la fondatezza. Abbiamo invitato cacciatori,<br />

allevatori e viticoltori, che sono venuti in ordine rigorosamente separato…<br />

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