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Scheda 4 Un caso di trasformazione di un conflitto<br />
COMUNE DI MILANO: IL TAVOLO DEL COMMERCIO<br />
INTERVISTA A ALESSANDRA DE CUGIS, COMUNE DI MILANO<br />
Partiamo dalla descrizione del caso e del problema…<br />
L’intervento è nato sulla scia dell’esperienza di “Milano Aperta d’Agosto” nel 1996, in attuazione del Piano orari<br />
appena approvato in Consiglio Comunale. Si è deciso di sviluppare un altro ambito di azione, il tema degli orari<br />
di apertura e di chiusura del sistema commerciale della città. Le implicazioni conflittuali fra gli operatori, i consumatori,<br />
l’ente locale sono di natura molteplice e spesso riferite a questioni di natura <strong>più</strong> generale; parlando di<br />
orari del commercio ho infatti in mente una metafora: siamo di fronte ad un iceberg, sulla punta visibile che<br />
emerge dal mare hanno grande visibilità i temi relativi agli orari di apertura dei negozi; in realtà, sotto il pelo dell’acqua<br />
si celano le questioni latenti, di tipo strategico, in particolare i diversi interessi in gioco tra piccola e grande<br />
distribuzione, il mutamento socioeconomico del Paese, diverse percezioni del ruolo del commercio nella città.<br />
Questioni che se non vengono rese esplicite nel confronto e esplorate nelle loro molteplici implicazioni economiche<br />
e sociali per la città, agiscono come potenti fattori di disturbo e trasferiscono la conflittualità latente su qualsiasi<br />
tema di dibattito, anche tangenziale, come è quello sugli orari di apertura e di chiusura degli esercizi commerciali.<br />
Il Tavolo del Commercio, ha proseguito i suoi lavori fino al novembre del 1998.<br />
Da chi era costituito il Tavolo?<br />
Alla costituzione del Tavolo Progettuale del Commercio si è arrivati coinvolgendo un insieme ampio di attori:<br />
oltre al Comune di Milano, le associazioni del commercio comprendenti tutte le articolazioni, dalla grande distribuzione<br />
agli ambulanti, le associazioni dei consumatori, le rappresentanze sindacali dei lavoratori del commercio,<br />
la Camera di Commercio; hanno partecipato anche il Politecnico ed esperti di settore con proprie relazioni tematiche.<br />
Se questa varianza nelle presenze poteva configurarsi come un elemento di disturbo ai lavori del Tavolo, in<br />
realtà, proprio attraverso i contributi <strong>più</strong> eterogenei è stato possibile individuare via via una modalità di lavoro<br />
efficace e condivisa da un gruppo di soggetti che è andato sempre <strong>più</strong> consolidandosi. L’intero processo è stato<br />
gestito con l’ausilio anche di una consulente, esperta in gestione dei conflitti.<br />
Quindi avete pensato ad un tavolo, quali ostacoli avete incontrato?<br />
La fase di problem setting si è rivelata assai laboriosa, in quanto, a causa dei diversi livelli in cui si compone il problema,<br />
spesso ci si trovava in contesti paradossali in quanto i riferimenti impliciti dei discorsi erano spesso relativi<br />
ad aspetti diversi della questione e dunque non era possibile trovare un percorso accettabile per tutti per definire<br />
un’agenda dei lavori.<br />
È molto frequente trovarsi a dover gestire situazioni con alti conflitti, voi che strada avete tentato?<br />
La strategia che è maturata nel processo è stata quella che spesso viene definita di ridisegno del terreno di confronto,<br />
maturata nel processo man mano che questo si è sviluppato.<br />
Come è stato possibile, in un caso dove il dibattito è molto acceso e difficilmente gestibile,<br />
ridefinire il terreno di confronto?<br />
Ci siamo resi conto, che non era possibile risolvere il conflitto sugli orari continuando a lavorare, o meglio a<br />
discutere, in gruppo. Abbiamo deciso allora di mettere a fuoco quali fossero le questioni sottese: i bisogni, gli interessi,<br />
le idee guida, le concezioni della relazione del commercio con la città, i punti di vista sulle regole o la deregulation,<br />
le prospettive dei componenti del tavolo. Questi aspetti sono stati indagati attraverso la conduzione di<br />
COME. APPROCCI E TECNICHE PER LA GESTIONE DEI CONFLITTI 111