A più voci - Magellano
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5. Un’analisi approfondita<br />
dell’esperienza di Porto<br />
Alegre si trova in:<br />
G. Allegretti,<br />
Autoprogettualità come<br />
paradigma urbano<br />
L’insegnamento di Porto<br />
Alegre, Firenze, Alinea,<br />
2003.<br />
118 A PIÙ VOCI<br />
(orçamento participativo) introdotto nella città brasiliana di Porto<br />
Alegre nei primi anni ’90 e poi applicato in un centinaio di città in<br />
Brasile. Il successo dell’esperienza di Porto Alegre e la sua notorietà<br />
ha fatto sì che la proposta del bilancio partecipativo si sia diffusa in<br />
numerose città in tutto il mondo. Anche in Italia alcuni comuni<br />
(Piacenza, Grottammare, Pieve Emanuele, Vimercate, Municipi X e XI<br />
di Roma e altri) si sono messi su questa strada, per lo <strong>più</strong> sulla base<br />
del documento Carta del nuovo municipio (http://www.unifi.it/<br />
lapei/Carta.html) che riprende in parte l’esperienza brasiliana.<br />
Nel caso di Porto Alegre 5 , il bilancio partecipativo nasce dall’esigenza<br />
di ripartire in modo trasparente e equilibrato le spese in<br />
conto capitale previste dal bilancio del comune tra i quartieri della<br />
città. In passato queste scelte distributive erano state condotte in<br />
modo clientelare e poco trasparente e avevano sistematicamente<br />
favorito i quartieri centrali rispetto a quelli periferici. Con la vittoria<br />
elettorale del Partido dos Trabalhadores nel 1985 la nuova amministrazione<br />
si impegnò a sviluppare un ampio processo di partecipazione<br />
popolare che aveva come oggetto principale proprio la<br />
ripartizione delle spese di investimento. Si tratta di una politica di<br />
tipo distributivo ovviamente conflittuale perché la somma da ripartire<br />
è fissa (ed è stabilita dell’amministrazione) e ognuno dei 16<br />
quartieri (Regiões) in cui è suddivisa la città ha ovviamente interessi<br />
concorrenti rispetto agli altri.<br />
Il problema è stato risolto attraverso l’applicazione di un metodo<br />
multicriteri. Le spese di investimento sono ripartite ogni anno tra i 16<br />
quartieri sulla base di tre criteri:<br />
• numero di abitanti (si tratta di un dato oggettivo);<br />
• carenza di servizi (si tratta di una valutazione fornita direttamente<br />
dagli uffici tecnici dell’amministrazione comunale);<br />
• priorità tra i vari tipi di investimenti (rete stradale, fognature,<br />
scuole, servizi sanitari, spazi pubblici, ecc.) che viene stabilita da<br />
ogni singolo quartiere attraverso la partecipazione dei cittadini.<br />
Ogni anno l’amministrazione comunale decide quale peso assegnare<br />
a ognuno dei tre criteri.<br />
Il processo del bilancio partecipativo inizia ogni anno in primavera<br />
e si conclude in autunno con l’approvazione del bilancio da parte<br />
del consiglio comunale. Tra marzo e luglio si svolgono due tornate di<br />
assemblee di quartiere che indicano le priorità, ossia le opere e gli<br />
interventi cui deve essere data la precedenza. Le assemblee sono precedute<br />
da riunioni informali di strada o di specifiche associazioni di<br />
cittadini.<br />
In autunno, quando ogni quartiere ha espresso le sue priorità,gli<br />
uffici tecnici del comune, applicando i tre criteri e i rispettivi pesi,<br />
stabiliscono la ripartizione dei fondi tra i quartieri, indicando nel<br />
contempo in quali settori devono essere impiegati. È stato dimostrato<br />
che la pratica del bilancio partecipativo ha avuto l’effetto di ridurre le<br />
sperequazioni tra le diverse zone della città, favorendo i quartieri <strong>più</strong><br />
popolosi e meno dotati di servizi.