A più voci - Magellano
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1. In quali circostanze<br />
Quando conviene avviare un processo decisionale inclusivo?<br />
Tutti sappiamo che decidere in pochi è <strong>più</strong> facile che decidere in<br />
molti. Si risparmiano tempo e energie ed è <strong>più</strong> probabile che si arrivi<br />
a una scelta coerente, priva di ambiguità. Agli albori della riflessione<br />
razionalistica europea, il filosofo francese Renato Cartesio scriveva:<br />
“Credo che Sparta sia stata a lungo così fiorente non per la bontà<br />
di ciascuna delle sue leggi in particolare, giacché molte erano assai<br />
strane, e persino contrarie ai buoni costumi; ma perché, uscite<br />
dalla mente di uno solo, tendevano tutte allo stesso fine”. 1<br />
Quando si hanno buoni motivi per ritenere che la mente di uno solo<br />
(o di pochi) sia in grado di risolvere un problema (progettare un intervento,<br />
elaborare un piano o un programma) non dovrebbero esserci<br />
dubbi: è meglio procedere secondo le modalità tradizionali, usando<br />
senza indugi gli specifici poteri offerti dalla legge. E infatti i pubblici<br />
amministratori tendono istintivamente a non imbarcarsi in processi<br />
troppo complessi che rischierebbero di non governare. Ed hanno ottime<br />
ragioni per comportarsi così: è meglio evitare i processi inclusivi se se ne<br />
può fare a meno; è meglio non complicarsi troppo la vita.<br />
Esistono però alcune circostanze in cui è lecito dubitare delle<br />
capacità della mente di uno solo, anche quando la legge affida a un<br />
unico organo il potere di prendere una certa decisione. Quando<br />
tali circostanze si presentano, bisognerebbe prendere in considerazione<br />
la possibilità di progettare processi decisionali <strong>più</strong> complessi<br />
e <strong>più</strong> inclusivi. Non è detto che questa sia necessariamente<br />
la soluzione migliore. Ma un ragionamento preliminare sulla<br />
natura e le caratteristiche del processo da avviare andrebbe attentamente<br />
compiuto (anche se si può decidere, alla fine, che è<br />
meglio lasciar perdere). Spesso infatti non si ragiona abbastanza<br />
su come procedere: si finisce per scegliere la via <strong>più</strong> comoda e <strong>più</strong><br />
breve dal momento che i problemi scottano e le scadenze (amministrative<br />
o elettorali) sono sempre pressanti. Ma, in certe circostanze,<br />
è preferibile fermarsi un momento a riflettere su quale<br />
strada conviene imboccare.<br />
1. R. Cartesio, Discorso sul<br />
metodo, parte II, corsivo<br />
mio.<br />
IN QUALI CIRCOSTANZE 15