A più voci - Magellano
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1. Questa classificazione è<br />
in parte tratta da L.<br />
Susskind, J. Cruikshank,<br />
Breaking the Impasse.<br />
Consensual Approaches to<br />
Resolving Public Disputes,<br />
Basic Books, 1987, che<br />
indicano quattro proprietà<br />
dei processi decisionali<br />
inclusivi: efficiency,<br />
fairness, stability e wisdom.<br />
Decisioni migliori<br />
128 A PIÙ VOCI<br />
Benché spesso si pensi che decidere in molti comporti decisioni peggiori<br />
(cattivi compromessi, perdita di tempo, paralisi decisionale,<br />
accordi spartitori, ecc.), in realtà esiste la possibilità (purtroppo non<br />
la certezza) che le decisioni finali possano essere migliori con riferimento<br />
ad almeno cinque aspetti 1 . I processi inclusivi possono infatti<br />
produrre decisioni:<br />
• <strong>più</strong> efficienti, in quanto permettono di raggiungere una soluzione<br />
con tempi e costi contenuti;<br />
• <strong>più</strong> eque, in quanto permettono che tutti gli interessi coinvolti<br />
siano egualmente considerati;<br />
• <strong>più</strong> sagge, in quanto favoriscono l’invenzione di soluzioni innovative<br />
che tengono conto di tutti i possibili punti di vista;<br />
• <strong>più</strong> stabili, in quanto chi ha partecipato al processo non avrà<br />
ragione di premere per un loro cambiamento;<br />
• <strong>più</strong> facili da attuare, in quanto incontreranno minori opposizioni.<br />
Decisioni <strong>più</strong> efficienti: il problema dei costi e dei tempi<br />
Un processo decisionale può essere considerato efficiente se riesce a<br />
giungere al risultato finale con un impiego non eccessivo di tempo e<br />
di risorse. Un processo efficiente non dovrebbe durare all’infinito e<br />
non dovrebbe consumare troppe energie e troppo denaro. L’idea che i<br />
processi inclusivi possano essere <strong>più</strong> efficienti può sembrare paradossale.<br />
È infatti evidente che essi richiedono risorse aggiuntive rispetto<br />
ai processi ordinari, sia in termini di costi vivi per le amministrazioni<br />
che li promuovono (per esempio per la comunicazione o per i servizi<br />
di facilitazione o di accompagnamento), sia in termini di costi indiretti<br />
(per esempio, le maggiori energie profuse dagli apparati amministrativi).<br />
E, inoltre consumano tempo: quando mettiamo intorno a<br />
un tavolo persone molto diverse dobbiamo dare loro la possibilità di<br />
conoscersi e di prendere confidenza con il tema sul tappeto. Nei processi<br />
inclusivi ci vuole pazienza.<br />
E allora come facciamo a dire che possono essere <strong>più</strong> efficienti?<br />
Innanzi tutto perché le risorse aggiuntive (che indubbiamente<br />
sono necessarie) possono essere ragionevolmente tenute sotto controllo.<br />
I processi inclusivi, lo abbiamo visto, non vengono lasciati allo<br />
stato brado, ma sono strutturati entro precise cornici. Possiamo prevedere,<br />
in linea di massima, quanto dureranno e quanto costeranno.<br />
Chi progetta un processo inclusivo è in grado, di solito, di formulare<br />
un preventivo. Alcune tecniche hanno una durata prefissata e molto<br />
circoscritta. Un’esperienza di Open Space (vedi capitolo 6) non può<br />
durare <strong>più</strong> di una giornata (e richiede qualche settimana per essere<br />
preparata). Le giurie di cittadini (vedi capitolo 7) durano di solito<br />
uno o due week end e richiedono qualche mese di preparazione. Di<br />
per sé queste esperienze sono momenti di un processo <strong>più</strong> ampio e<br />
<strong>più</strong> lungo: ma nel complesso l’ammontare delle risorse da impiegare<br />
è calcolabile.