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Terza guerra sannitica - mura di tutti

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FONDAZIONE DI NARNIA 13<br />

una battaglia con questo popolo nel 299, invece egli narra<br />

che solo nel 298 si strinse alleanza coi Lucani e che ri-<br />

cominciarono le ostilità col Sannio.<br />

Riguardo a questo problema troviamo una soluzione (1)<br />

a pag. 386 del primo volume dei Pighii Annales, dove il<br />

M. Fulvio Petino <strong>di</strong> Livio e degli Atti Trionfali è identifi-<br />

cato con un Fulvio Nobiliore, <strong>di</strong> cui parla Frontino, e<br />

quanto alla <strong>di</strong>fficoltà del <strong>di</strong>verso cognome vi si <strong>di</strong>ce che a<br />

questo tempo Paetini Fulvii plures item JSoMiores oppella-<br />

banlur e che d'altra parte non ci erano poi altri a cui con-<br />

venissero le imprese narrate da Frontino : adeo nisi hic M.<br />

Fulvius fuerit qui siratagemate Samnites viceril ; alium pò-<br />

stea non invento, qui cuiìi imperio iis populis bellum intu-<br />

kì-it et vicloriam grandem de iis obtinuerit. È necessario<br />

dunque sentire la narrazione <strong>di</strong> Frontino : egli {Slrat. I, 6, 1)<br />

racconta che Fulvio Nobiliore, conducendo l'esercito dal<br />

Sannio in Lucania, saputo che i nemici volevano assaltar-<br />

gli la retroguar<strong>di</strong>a, foriissimam legionem primo ire, ultima<br />

sequi iussit inpe<strong>di</strong>menta ; cosi, mentre i nemici si fermavano<br />

a depredare, egli li circondò e li vinse. Fino qui certamente<br />

non si tratta proprio <strong>di</strong> una vittoria per i Romani, anzi<br />

pare si tratti <strong>di</strong> una vera fuga, come appare anche piìi chia-<br />

ramente appresso (I, C, 2), perchè lo stesso Fulvio, hostihus<br />

iergum eius in itinere premeniibuSj /fumine interveniente<br />

non ita magno, ut iransiium prohiberel, morarelur lamen<br />

rapi<strong>di</strong>tate, alteram legionem in occulto citra {lumen conloca-<br />

vit, ut hostes paucitate contempla audacius sequerenlur, e,<br />

al solito i nemici finiscono per avere la peggio. In un altro<br />

punto poi (I, 11, 2) troviamo Fulvio ancora una volta in<br />

un momento molto pericoloso, citm adversus Samnitium memerosum<br />

exercitum et successibus tumidum parvis copiis<br />

necesse haberet decertare. Ma egli, da uomo ricco d'espe<strong>di</strong>enti,<br />

seppe togliersi d' impaccio anche questa volta, perchè fece<br />

credere ai suoi soldati d'aver corrotta coH'oro una legione<br />

nemica e con questa persuasione li rianimò talmente, che<br />

praeclara Victoria commisso statim. bello parata est.<br />

(1) Accettata anche dal Mommsen, C. I. L. I' p. 16 e 17, dove parla<br />

dell'iscrizione <strong>di</strong> Scipione Barbato.

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