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Terza guerra sannitica - mura di tutti

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28 LA GUERRA SANNITICA DAL 298 AL 295<br />

impadronito <strong>di</strong> tre c.istelli (1), inaiidò in Etiuria Appio<br />

Clau<strong>di</strong>o con un esercito. Ala Appio era certo molto più abile<br />

nelle cose <strong>di</strong> amministrazione interna che nel condurre una<br />

jS^uerra, poiché non riuscì ad altro che a non far crescere la<br />

coalizione contro Roma, et iam prope erat ut nec duci rnili-<br />

ies, nec militibus (lux salis fiderei (2), e allora che altro po-<br />

teva ejifli fare, se non chiamare dal Sannio il collega Vo-<br />

lunnio ? Ma qui ecco nuove incertezze nella narrazione,<br />

perchè Livio dalle sue fonti non riesce a capire se Volunnio<br />

fosse stato chiamato, o no (3); ma ad ogni modo il narra-<br />

tore non si lascia sfuggir l'occasione e, per dare maggiore<br />

apparenza <strong>di</strong> verità al fatto, ci riporta quell'araenissimo<br />

battibecco tra i consoli, i quali, senza l'intervento dei due<br />

eserciti, finirebbero col lasciare in asso la <strong>guerra</strong> e andar-<br />

sene ognuno per i fatti propri ; ma tutto poi finisce bene, e<br />

Volunnio e Appio son tratti a combattere, (juasi loro mal-<br />

grado ; anzi nella fretta non riescono neppure a schierare<br />

bene le truppe, ma siccome lo stesso era accaduto anche<br />

ai nemici, usciti in campo senza il comando del duce Gellio<br />

Egnazio, è naturale che Roma riesca vincitrice. Durante la<br />

battaglia Appio promette solennemente un tempio a Bel-<br />

lona (4),<br />

Intanto nel Sannio i due proconsoli Decio e Fabio ave-<br />

(1) Qui Livio seguiva la versione che attribuiva al console Volunnio<br />

la presa <strong>di</strong> Murganzia, Romulea e Ferentino<br />

(2) Liv., X, 18, 6.<br />

(3)<br />

Liv., X, IS, 7: Utteras ad collegam accersenduin ex Samnio missas<br />

in trinis annalibus invenio ; piget tamen id certuni ponere, cuin ea ipsa<br />

inter consules populi Romani, iam iterum eodem honore fangentis, <strong>di</strong>scep-<br />

tatio fuerit, Appio abnuente missas, Volumnio adfiì mante Appi se litteris<br />

acciium.<br />

(4) Sul tempio <strong>di</strong> Bellona, cfr. Richter {Topogr. d. Sta<strong>di</strong> Rom., 2,<br />

p. 214), il quale <strong>di</strong>ce che la notizia <strong>di</strong> Plinio {N. H. XXXV, 12), che<br />

attribuisce il tempio ad Appio Regillense, console nel 495, non è in<br />

opposizione con Livio (X, 19l, né con Ovi<strong>di</strong>o {Fast. VI, 203), perchè<br />

probabilmente Appio Clau<strong>di</strong>o Cieco fece una grande ricostruzione <strong>di</strong><br />

UQ piccolo sacrario già esistente. Non c'è dunque affatto bisogno <strong>di</strong><br />

ricorrere alle solite anticipazioni, come fa il Pais. Le parole <strong>di</strong> Ovi<strong>di</strong>o:<br />

« Hao sacrata <strong>di</strong>e Tasca Bellona duello », s'accordano benissimo con le<br />

imprese <strong>di</strong> Appio nel 296.

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