Atti dei seminari di studi desanctisiani - Morreseemigrato.Ch
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L'intimità della letteratura.<br />
Sulle "Lezioni " della seconda scuola <strong>di</strong> Francesco De Sanctis<br />
PROF. TONI IERMANO<br />
Università <strong>di</strong> Cassino<br />
Guardare in noi, ne’ nostri costumi, nelle nostre<br />
idee, ne' nostri pregiu<strong>di</strong>zi, nelle nostre qualità<br />
buone e cattive, convertire il mondo moderno in<br />
mondo nostro (...).<br />
F. De Sanctis, Storia della letteratura italiana, II,<br />
1871.<br />
La complessa opera <strong>di</strong> Francesco De Sanctis racconta uno svolgimento<br />
intellettuale, non privo <strong>di</strong> pessimismo e <strong>di</strong> paradossi, rivolto alla riaffermazione <strong>di</strong> un<br />
continuo legame tra la scienza e la vita, tra i valori dell'umanità e le esigenze della<br />
ricerca, tra le esigenze della modernità e la conservazione <strong>dei</strong> valori etico-morali della<br />
nostra civiltà.<br />
La riflessione <strong>di</strong> colui che viene unanimemente considerato il fondatore della<br />
critica letteraria moderna o meglio il "critico per antonomasia" 63 , si fonda su una<br />
vigorosa e concreta ricerca del nuovo ma anche su una trasparente sfiducia nei<br />
confronti <strong>di</strong> un popolo, quello italiano, ancora ammalato <strong>di</strong> fiacchezza morale.<br />
L'uomo <strong>di</strong> Gucciar<strong>di</strong>ni purtroppo abita ancora tra noi ad impe<strong>di</strong>rci "la via, se non<br />
abbiamo la forza <strong>di</strong> ucciderlo nella nostra coscienza" 64 .<br />
Definitosi in una lettera all'amico Vincenzo Gervasio "vecchio soldato della<br />
democrazia e del progresso" 65 , Francesco De Sanctis, vissuto in un "secolo <strong>di</strong><br />
militanza", non separò mai la ricerca del sapere da quelle della fede nei valori della<br />
moralità e <strong>di</strong> un vivente inferiore. Fu sulle barricate <strong>di</strong> piazza S. Fer<strong>di</strong>nando nella<br />
Napoli rivoluzionaria del '48 e patì tre anni e mezzo <strong>di</strong> carcere duro nella fortezza <strong>di</strong><br />
Castel dell'Ovo (21 <strong>di</strong>cembre 1850-3 agosto 1853); successivamente conobbe l'esilio,<br />
fu sul punto <strong>di</strong> <strong>di</strong>venire uno <strong>dei</strong> Mille, governò la sua provincia nella <strong>di</strong>fficile<br />
transizione dal governo borbonico a quello unitario mentre già si avvertivano i primi<br />
furiosi segni del grande brigantaggio. Nell'Italia sabauda, in ogni suo atto <strong>di</strong><br />
parlamentare e <strong>di</strong> ministro ma anche <strong>di</strong> professore, si batté contro la esteriorità <strong>dei</strong><br />
valori, per una moralizzazione della vita politica, la sconfitta <strong>dei</strong> "nuovi dogmi" e la<br />
nascita <strong>di</strong> un nuovo umanesimo; nel 1874, in un momento <strong>di</strong> grave crisi della Destra<br />
storica, a riprova della sua vocazione alla militanza, sospese momentaneamente<br />
l'insegnamento universitario per ritornare alla battaglia politica, lottando aspramente<br />
per imporre l'istruzione obbligatoria.<br />
63<br />
R. WELLEK, Storia della critica moderna, IV, Dal realismo al simbolismo, Bologna, II<br />
Mulino, 1992,pp. 123-55.<br />
64<br />
F. DE SANCTIS, L'uomo <strong>di</strong> Gucciar<strong>di</strong>ni (1869), in id.. Saggi critici, a cura <strong>di</strong> Luigi Russo,<br />
Bari, Laterza, 1972, p. 25.<br />
65<br />
R DE SANCTIS, Lettera a Vincenzo Gervasio, 22 maggio 1866, in id.. Epistolario (1863-<br />
1869), a cura <strong>di</strong> <strong>Atti</strong>lio Marinari, Giuseppe Pacioni e Giuseppe Talamo, Torino, Einau<strong>di</strong>, 1993,<br />
p. 454.<br />
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