Atti dei seminari di studi desanctisiani - Morreseemigrato.Ch
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deve contrapporre la sinistra, in un'ottica solo parzialmente bipartitica, perché<br />
il riconoscimento dell'esistenza della estrema destra clericale e <strong>di</strong> una estrema<br />
sinistra ra<strong>di</strong>cale fa intravedere la consapevolezza <strong>di</strong> una pluralità <strong>di</strong> partiti,<br />
espressione della pluralità delle forze che hanno operato nel Risorgimento,<br />
della composizione non unitaria delle classi, della permanenza <strong>di</strong> squilibri<br />
regionali".<br />
Il riconoscimento della <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare la struttura <strong>dei</strong> partiti<br />
come si era andata fissando negli anni successivi porta a considerare conclusa<br />
col '74 la sua me<strong>di</strong>azione sui partiti.<br />
De Sanctis riba<strong>di</strong>sce la fede nel sistema parlamentare e nel rispetto della<br />
legge, ricorda che la maggioranza legale ha il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> governare: però ricorda<br />
anche che essa deve corrispondere il più possibile alla maggioranza reale del<br />
Paese, cosa che per lui non si ottiene allargando il suffragio, ma con qualità<br />
morali, "con un sentimento sviluppatissimo degli interessi generali e l'opinione<br />
incontestata <strong>di</strong> moralità e <strong>di</strong> incorruttibilità". Viceversa, egli vede che "non ci<br />
sono partiti solidalmente costituiti, se non quelli fondati sulla corruzione o<br />
sulla clientela, le due piaghe d'Italia, ricordanza <strong>di</strong> antiche <strong>di</strong>visioni e scuola<br />
organizzata <strong>di</strong> corruzione"; perciò "torna oggi in voga quella tale<br />
trasformazione <strong>dei</strong> partiti, <strong>di</strong> cui si parla ad intervalli fin dal 1864", ma, egli<br />
osserva, "queste trasformazioni sono il prodotto della storia e non ci è uomo<br />
che possa affrettarle". Considerazioni amare, che, peraltro, vanno inquadrate<br />
nel complesso degli articoli in cui risalta il valore della libertà e del regime<br />
costituzionale, brilla la speranza che dal fermento della sinistra <strong>di</strong>ventata<br />
maggioranza nascano iniziative utili al Paese.<br />
Sono sempre i partiti il centro della vita politica, lo strumento con cui si<br />
possono porre in opera i principali ideali e realizzare i programmi. Questi al<br />
De Sanctis sono sempre apparsi chiari: nel '60 il conseguimento dell'unità, nel<br />
'61 l'organizzazione del Regno appena proclamato, quin<strong>di</strong> il suo rafforzamento<br />
attraverso la soluzione <strong>dei</strong> problemi amministrativi e finanziari con l'ascesa<br />
della sinistra al potere, iniziative intese a rendere effettive le libertà.<br />
Per il De Sanctis politico il <strong>di</strong>fficile non è tanto formulare programmi,<br />
quanto raccogliere le forze per attuarli: da ciò l'attenzione alla composizione<br />
ed alla evoluzione <strong>dei</strong> partiti. Il problema se lo pone nel '62, per la spaccatura<br />
del centro cavouriano, in cui ha trovato il motore del rinnovamento dello Stato:<br />
prima ne vagheggia la ricomposizione nel seno della maggioranza moderata o,<br />
con l'inserimento nell'area costituzionale <strong>di</strong> gruppi del partito d'azione, auspica<br />
un nuovo connubio; poi in<strong>di</strong>vidua nella sinistra, arricchita da forze nuove, il<br />
nucleo <strong>di</strong> una maggioranza progressista, capace <strong>di</strong> attrarre anche elementi della<br />
destra non conservatrice in un partito liberale; infine si rende conto della<br />
<strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare gli schieramenti formatisi nel Parlamento e<br />
riconosciuti dal Paese, ed aderisce al più avanzato <strong>dei</strong> partiti" tra<strong>di</strong>zionali",<br />
ripiegando sulla possibilità <strong>di</strong> una <strong>di</strong>alettica tra le correnti per garantire<br />
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