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Atti dei seminari di studi desanctisiani - Morreseemigrato.Ch

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società, lui, così nuovo e <strong>di</strong>verso rispetto al patrimonio classico (è scrittore, ma lavora<br />

anche in una compagnia <strong>di</strong> assicurazioni). L’attenzione è ora sulla donna, anche lei ha un<br />

nome: Angiolina, presentata questa volta con una descrizione fisica, con quel giallo <strong>dei</strong><br />

capelli, del volto e dell’oro contrapposto alla carta del romanzo e, quin<strong>di</strong>, contrapposto ad<br />

Emilio Brentani. Lei ha una “bella salute” e, rispetto a lui, è solare. “Il camminare” genera<br />

una piccola accelerazione nella narrazione, coincide qui col tempo della riflessione e solo<br />

verso la fine Angiolina parla, creando una sorta <strong>di</strong> parallelismo con le parole <strong>di</strong> Emilio<br />

Brentani. Una contrad<strong>di</strong>zione tra 1’“AVER COMPRESO” e il “NON AVER<br />

COMPRESO” provoca una maggiore ambiguità nel protagonista che, a soli trentacinque<br />

anni, ritiene la carriera sia più importante dell’amore. Si rivela, perciò, un personaggio<br />

fermo. La sua immagine cadenzata dalla presenza dell’ombrellino. Il tempo della<br />

narrazione del protagonista è bloccata, anestetizzata. Il tempo interiore non corrisponde a<br />

quello esterno e questo provoca solo un interesse per sé e per la propria famiglia. Il lavoro<br />

e la famiglia causano, in un certo senso, un invecchiamento, dato dall’incapacità <strong>di</strong><br />

guardare al futuro e dalla non autonomia, il <strong>di</strong>pendere da qualcuno, quale è, in questo caso,<br />

la sorella; è il passare dall’infanzia all’anzianità, all’invecchiamento non della saggezza,<br />

ma l’invecchiamento che è vivere restando fermi, l’impossibilità <strong>di</strong> “andare”, come aveva<br />

detto Angiolina e restare ad aspettare. <strong>Ch</strong>e sia troppo tar<strong>di</strong>.

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