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Atti dei seminari di studi desanctisiani - Morreseemigrato.Ch

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Stanislao Nievo, che potremmo definire un po’ ironicamente quasi una specie <strong>di</strong><br />

materialismo metafisico. Non si accede a nessun significato senza le cose, ma nessuna<br />

cosa parla se non dal <strong>di</strong> dentro <strong>di</strong> un orizzonte <strong>di</strong> significato. La torre o la siepe <strong>di</strong><br />

Recanati, i cipressi <strong>di</strong> Bolgheri e il gelsomino notturno pascoliano, la Trieste <strong>di</strong> Svevo<br />

non sono appena spunti per una creazione, ma fatti, eventi che come tutti vanno al <strong>di</strong><br />

là <strong>di</strong> se stessi, mentre noi, come spesso fanno gli uomini che non si voltano, non<br />

scopriamo mai il segreto.<br />

Anche qui non s’intende quella particolare devozione astratta a particolari<br />

immaginati, che come reliquie sarebbero proprio ciò <strong>di</strong> cui l’autore parla nella sua<br />

opera. Si tratta invece <strong>di</strong> percorrere la strada inversa, riportare la concretezza della<br />

cosa al suo statuto quoti<strong>di</strong>ano e mostrare che è da quella quoti<strong>di</strong>anità che l’autore ha<br />

tratto ciò che <strong>di</strong>ce, e <strong>di</strong>co per inciso che sta proprio qui la forza <strong>di</strong>dattica del “viaggio<br />

sentimentale” e del Parco Letterario.<br />

La terza caratteristica della metodologia <strong>dei</strong> Parchi Letterari è quella<br />

dell’ampiezza <strong>di</strong> comunicazione: il “viaggio sentimentale” è uno strumento <strong>di</strong><br />

comunicazione popolare: il che significa che non è un prodotto basso, ma dall’angolo<br />

<strong>di</strong> comunicazione amplissimo; tale apertura comunicativa è data da una parte dal<br />

rigore della ricerca preliminare e dall’altra dalla semplicità degli strumenti espressivi<br />

scelti.<br />

L’ultima caratteristica della metodologia è il territorio: l’opera <strong>di</strong> un autore non<br />

sorge dal nulla, ma da un territorio: un territorio, un mondo <strong>di</strong> cose e <strong>di</strong> storia che<br />

s’intrecciano le une nelle altre. Il Parco Letterario scova quelle cose, quelle storie, le<br />

ripropone non a partire solo dal momento dell’opera, ma anche dal momento presente,<br />

per ripercorrere anche tutta la storia degli effetti che quell’opera e quell’autore hanno<br />

avuto su quel territorio e su quel luogo.<br />

Il Parco Letterario <strong>di</strong>mostra e fa sua quell’espressione della Luna e i falò, in cui il<br />

protagonista afferma: “in paese vuol <strong>di</strong>re non essere soli, sapere che nella gente, nelle<br />

piante, nella terra c’è qualcosa <strong>di</strong> tuo che anche quando non ci sei resta lì ad<br />

aspettarti”.<br />

La Fondazione Nievo ha visto bene la nascita del Parco De Sanctis: da una parte<br />

perché il De Sanctis è legato molto a questo territorio e alla sua cultura, ma poi anche<br />

perché il Parco De Sanctis rappresenta un po’ il Parco <strong>dei</strong> Parchi, perché attraverso<br />

soprattutto La storia della Letteratura De Sanctis ha raccontato una storia che raduna, in<br />

qualche modo, le storie <strong>di</strong> cui vivono tutti gli altri Parchi Letterari.<br />

DOTT. MASSIMILIANO VAVASSORI<br />

Rappresentante del Touring Club Italiano<br />

Rappresento qui il Touring Club Italiano, che forse molti <strong>di</strong> voi conoscono già: è<br />

un’associazione privata, la più grande associazione italiana nel campo del turismo: conta<br />

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