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Atti dei seminari di studi desanctisiani - Morreseemigrato.Ch

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L’Italia aveva molto più bisogno <strong>di</strong> maestri nei villaggi fuori strada che non <strong>di</strong> un<br />

aumento del numero <strong>dei</strong> carabinieri 19 : con l’educazione si possono curare i mali della<br />

società, perciò la scuola non doveva essere un’accademia o un’arca<strong>di</strong>a. La scuola<br />

doveva essere la vera vita del Paese.<br />

Questo del De Sanctis appariva come un metodo ed uno spirito <strong>di</strong> scuola moderna,<br />

estremamente sensibile alle istanze più valide dell’educazione popolare; costituiva, in<br />

sostanza, il più grosso problema del momento storico, se, come egli stesso affermava,<br />

“la civiltà <strong>di</strong> un popolo non è alla cima, ma alla base”.<br />

Per il De Sanctis, che aveva fatto della scuola e della educazione il compito più<br />

alto della sua vita, le nuove responsabilità dell’uomo <strong>di</strong> governo non potevano che<br />

appuntarsi verso la rinascita nazionale delle lettere, delle arti e delle scienze, per<br />

consentire al nostro Paese <strong>di</strong> affrontare, con serietà, i problemi e le necessità più<br />

avanzate della vita economica e sociale moderna. Osserva in proposito il Calogero che<br />

ciò sta a significare che “lo Stato desanctisiano, in armonia con la grande tra<strong>di</strong>zione<br />

classica <strong>di</strong> Socrate e <strong>di</strong> Cicerone, poi ravvivata dalle idee e con le più audaci<br />

aspirazioni politiche <strong>di</strong> Campanella, <strong>di</strong> Vico e <strong>di</strong> Mazzini, veniva a configurarsi, più<br />

nelle funzioni <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto e <strong>di</strong> cultura che in quelle <strong>di</strong> Stato amministrativo e<br />

burocratico. Massima, fra le prerogative dello Stato, doveva essere, pertanto, quella <strong>di</strong><br />

trasformare la plebe in popolo libero e civile, onde risolvere l’apparente antinomia<br />

della libertà e della legge, nella più umana equazione <strong>di</strong> cultura e <strong>di</strong> civiltà” 20 .<br />

Il <strong>di</strong>ritto, così riconsacrato, si traduceva, <strong>di</strong> fatto, nella sua essenza positiva, che<br />

era il dovere, per ciascuno, <strong>di</strong> provvedere, con mezzi adeguati, alla migliore<br />

formazione culturale e morale della propria in<strong>di</strong>vidualità, per concorrere<br />

all’arricchimento <strong>dei</strong> valori e <strong>dei</strong> beni che costituiscono il patrimonio comune della<br />

collettività nazionale.<br />

Un apporto positivo alla comprensione dell’attività politica <strong>di</strong> Francesco De<br />

Sanctis, visto anche in relazione alle sue responsabilità <strong>di</strong> uomo <strong>di</strong> cultura, è quello<br />

offertoci da due stu<strong>di</strong>osi, che hanno speso non poche energie per mettere insieme<br />

acquisita nel Politecnico <strong>di</strong> Zurigo, sostenendo, vigorosamente, l’importanza e la vitalità degli<br />

Istituti tecnici, atti - come egli <strong>di</strong>ceva - a sod<strong>di</strong>sfare “i bisogni della nuova generazione” con<br />

una prospettiva <strong>di</strong> sfoltire le carriere impossibili e <strong>di</strong> abbracciare, invece, quelle “reali” delle<br />

attività e delle professioni moderne più vantaggiose”. Era un programma, come si può notare,<br />

<strong>di</strong> aggiornamento culturale, civile e politico della nazione.<br />

19 Questa tesi ha sviluppato anche, corredandola <strong>di</strong> molteplici ed interessanti dati, lo storico<br />

inglese Denis Mack Smith nella relazione De Sanctis e i problemi politici del suo tempo, letta a<br />

Napoli nel già citato Convegno <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> sul De Sanctis. (Cfr. gli “<strong>Atti</strong>” De Sanctis e il realismo,<br />

op. cit., pp. 1189-1216. Ma sempre in questo secondo volume miscellaneo, si vedano anche i<br />

contributi <strong>di</strong> E. DI NOLFO, Realismo ed idealismo nella politica estera italiana: il contributo<br />

desanctisiano, pp. 1157-1188; <strong>di</strong> R. CAMPA, Sul pensiero politico <strong>di</strong> De Sanctis, pp. 1263-<br />

1314; <strong>di</strong> D. DEMARCO, Le origini economico-sociali del ‘‘Viaggio elettorale”, pp. 1345-<br />

1408; <strong>di</strong> R. MOSCATI, De Sanctis e le lotte elettorali in Irpinia, pp.1409-1432; <strong>di</strong> M.<br />

MONTANILE e M. L. NEVOLA, La fortuna <strong>di</strong> De Sanctis in Irpinia (1883-1893), pp. 1541 -<br />

1552 e <strong>di</strong> M. DELL’AQUILA, “Storia" e “Romanzo" nel “Viaggio elettorale" del De Sanctis,<br />

pp. 597-640, tutti chiaramente orientati all’esame e all’approfon<strong>di</strong>mento dell’ “impegno”<br />

politico del De Sanctis).<br />

20 G. CALOGERO, cit.<br />

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