Atti dei seminari di studi desanctisiani - Morreseemigrato.Ch
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politiche e culturali, anche per <strong>di</strong>mostrare, nel nostro piccolo, che l’ere<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> De<br />
Sanctis, pur variamente interpretata (com’è inevitabile), è comune a tutta la cultura<br />
italiana. E se, abusando del tempo concessomi, posso annoiarvi ancora per qualche<br />
minuto, vorrei ricordare la presenza <strong>di</strong> De Sanctis nella recente cultura politica <strong>dei</strong><br />
cattolici irpini. Ricorro a qualche ricordo personale che ritengo non del tutto<br />
insignificante. Quando stu<strong>di</strong>avo presso il liceo classico <strong>di</strong> Avellino, incontravo<br />
qualche volta insieme con Enrico Freda, maestro incomparabile <strong>di</strong> quel liceo, il<br />
giovane Fiorentino Sullo, che allora era ai primi anni degli stu<strong>di</strong> universitari; <strong>di</strong> tanto<br />
in tanto l’ho rivisto anche in sèguito, durante la sua intensa attività politica, e dagli<br />
incontri è nata un’amicizia che ha resistito sia ai <strong>di</strong>ssensi politici sia alle mutevoli<br />
vicende della sorte. Ora ricordo che uno <strong>dei</strong> problemi che appassionavano Sullo,<br />
probabilmente durante la guerra (ma sui tempi sono un po’ incerto), era<br />
l’interpretazione della riforma protestante da parte <strong>di</strong> De Sanctis; ma, ovviamente, il<br />
problema implicava anche l’interpretazione del cattolicesimo e della Controriforma.<br />
Anche in sèguito Sullo ci ha tenuto, in qualche occasione, a sottolineare che nella<br />
democrazia cristiana irpina egli intendeva ere<strong>di</strong>tare anche il pensiero politico laico <strong>di</strong><br />
De Sanctis. Nella sua cultura non era marginale la presenza <strong>di</strong> Croce, non del Croce<br />
più ottimistico, ma del Croce che talvolta accentuava la drammaticità, o la tragicità,<br />
del travaglio storico. Ho voluto ricordare questo amico della giovinezza non solo<br />
perché, fra i politici cattolici, è uno degli uomini <strong>di</strong> più ricca e vivace cultura e <strong>di</strong> più<br />
robusto ingegno che io abbia conosciuti, ma perché nel dopoguerra egli è stato il<br />
formatore più attivo del pensiero politico cattolico in Irpinia.<br />
<strong>Ch</strong>e l’ere<strong>di</strong>tà intellettuale, morale e politica <strong>di</strong> De Sanctis non si possa restringere<br />
nell’ambito <strong>di</strong> un partito, è vero da molto tempo; ma ho l’impressione che oggi sia<br />
particolarmente vero. Le ragioni che oggi legano i partiti, almeno quelli che intendono<br />
salvaguardare e rafforzare la libertà e la democrazia, sono, nella situazione degli anni<br />
’80, più forti <strong>di</strong> quelle che li <strong>di</strong>videvano nei decenni scorsi: anche l’ultimo <strong>di</strong>scorso<br />
qui tenuto dall’On.le Gerardo Bianco, <strong>di</strong> così forte ispirazione etica e civile, mi<br />
conferma in quest’opinione. Si sono molto allargate e inasprite alcune malattie della<br />
società che vanno combattute con uno sforzo eccezionale ed eccezionalmente unitario:<br />
la crisi morale, l’allentarsi <strong>dei</strong> vincoli sociali, il molteplice inquinamento, la<br />
criminalità che talvolta sostituisce<br />
Lo Stato, la droga. Non intendo, naturalmente, negare, e non lo negava De Sanctis, che<br />
le <strong>di</strong>visioni politiche hanno ancora vali<strong>di</strong>ssime ragioni; ma oggi è più necessaria la<br />
raccolta delle energie morali, sia <strong>di</strong> ispirazione laica sia <strong>di</strong> ispirazione religiosa, per<br />
una lotta comune.<br />
Forse è soprattutto questa prospettiva che può rendere attuale, a livello nazionale,<br />
la presenza del nostro grande conterraneo.<br />
* Intervento nella cerimonia, tenutasi a Morra l’8 luglio 1989, per l’inaugurazione della casa<br />
natale <strong>di</strong> F. De Sanctis restaurata dopo il terremoto. In quell’occasione fu presentato il libro<br />
<strong>di</strong> Salvatore Valitutti, La riforma <strong>di</strong> Francesco De Sanctis, Napoli 1988.