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Atti dei seminari di studi desanctisiani - Morreseemigrato.Ch

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al quaderno De Ruggiero e al quaderno Nisio, così attentamente ricostruiti dal nostro<br />

compianto amico <strong>Atti</strong>lio Marinari, trovate che non emerge nessuna separazione reale<br />

tra la letteratura italiana, <strong>di</strong> cui <strong>di</strong>scettano quei giovani ricostruendo le parole del loro<br />

maestro e la letteratura, che chiameremmo “europea”, la letteratura spagnola, quella<br />

francese e quella provenzale tutte mescolate insieme in un coacervo rievocato con<br />

eloquenza partecipe. Quando il De Sanctis maturo scrive la sua Storia della<br />

Letteratura la forza rievocativa del verbo privilegiato dal critico “risecare” si traduce<br />

in un concetto emblematico <strong>di</strong> sopravvivenza della scrittura poiché egli “deve” trovare<br />

quel margine <strong>di</strong> verità in<strong>di</strong>spensabile che si rivolga unicamente a una letteratura<br />

proiettata verso un tempo da venire; una letteratura che egli chiama “italiana”. La<br />

ricerca <strong>di</strong> una coscienza culturale e letteraria italiana attraverso i secoli si realizza in<br />

un incontro efficace e calzante con gli scrittori e l’incontro con essi è<br />

immancabilmente accompagnato da un concetto proiettivo che farà convergere<br />

letteratura e vita ad un comune livello <strong>di</strong> verità. Ci sono <strong>dei</strong> capitoli della Storia che<br />

forniscono ragguagli <strong>di</strong> originalità altamente persuasivi. Giulio Ferroni ha parlato a<br />

questo proposito della “Nuova Scienza”. Dietro questo titolo c’è naturalmente una<br />

me<strong>di</strong>tata lettura della Scienza Nuova del Vico un autore che <strong>di</strong>venta “auctor” per<br />

l’autorità <strong>di</strong> cui noi ci sentiamo investiti citandolo, uno scrittore-filosofo che ci rende<br />

partecipi <strong>di</strong> una filosofia della storia da cui occorre trarre esempio per meglio capire la<br />

gravitazione <strong>dei</strong> concetti della storia letteraria italiana verso un futuro auspicabile.<br />

Passando alla letteratura moderna, ci imbattiamo nel giu<strong>di</strong>zio mobilitato dal De<br />

Sanctis per dare risalto alla letteratura innovativa <strong>di</strong> Carlo Goldoni. Una presa <strong>di</strong><br />

coscienza è la sua che non esclude riserve <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio tutte in funzione <strong>di</strong> una verità da<br />

venire, una verità sognata, pensata e agognata sempre però attraverso gli scritti che ha<br />

davanti, che sono la sola presenza <strong>di</strong> cui il critico “deve” prendere atto.<br />

Torniamo per un momento alle coazioni private da cui nasce il progetto della<br />

Storia della Letteratura. Il matrimonio con Marietta Testa ha luogo ad esilio finito, un<br />

esilio nel corso del quale la storia privata del De Sanctis è resa complicata da una<br />

iniziazione agli affetti amorosi quando il <strong>di</strong>vario <strong>di</strong> anni tra il non più giovane irpino e<br />

l’adolescente <strong>dei</strong> suoi sogni, una De Amicis, rende inevitabile l’interruzione <strong>di</strong> un<br />

rapporto appena iniziato. Noi sappiamo che la militanza letteraria del De Sanctis è, se<br />

non interrotta, con<strong>di</strong>zionata dalla prigionia e dall’esilio. Il ritorno in Italia, <strong>di</strong>viso tra la<br />

militanza politica e l’impegno letterario, assume una sua pregnanza <strong>di</strong> significati<br />

poiché occorre prendere atto, prima, dell’impegno accademico napoletano tra il 1871<br />

ed il 1876 - la cosiddetta “seconda scuola” - e poi dell’impegno pubblicistico presso la<br />

“Nuova Antologia”, quando rilevante <strong>di</strong>venta il coinvolgimento del De Sanctis nei<br />

capitoli <strong>di</strong> cultura europea, che comprendono il naturalismo narrato- logico <strong>di</strong> Emilio<br />

Zola. Ne ha parlato Ferroni, che ha preso atto del capitolo darwiniano che ci rende<br />

edotti della qualità delle aperture intellettuali dell’ultimo De Sanctis.<br />

Un orizzonte intellettuale ricchissimo è dunque quello del De Sanctis degli ultimi<br />

anni. Esso comprende la letteratura narrativa francese e la cultura tedesca a proposito<br />

della quale occorre ricordare che, già nel corso dell’esilio torinese, il critico irpino si<br />

mostra in grado <strong>di</strong> scrivere quel famoso <strong>di</strong>alogo su Schopenhauer e Leopar<strong>di</strong>,<br />

avvenuto tra un personaggio che possiede la “forma mentis” del De Sanctis ed un<br />

giovane transfuga, che si sente perseguitato politico. De Sanctis, nientemeno, si

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