Atti dei seminari di studi desanctisiani - Morreseemigrato.Ch

scopo, la tenacità de' mezzi, la risolutezza accompagnata con la disciplina e con la
pazienza, vi si apprende innanzitutto ad essere un uomo" 74 .
Nello scritto Petrarca e la critica francese, uscito sulla "Nuova Antologia" nel
settembre '68, poi utilizzato come introduzione al Saggio critico sul Petrarca (1869),
aveva aspramente polemizzato con una scuola troppo disgregata, scarsamente
organica, testardamente arroccata nella diffusione di un sapere enciclopedico ed
accademico 75
Era questo l'atteggiamento critico e teorico assunto da De Sanctis rispetto al
lavoro universitario quando nell'autunno del 1871 avviò il primo dei suoi quattro corsi
sulla letteratura italiana dell'Ottocento; sappiamo, ma non è inutile ricordare, che il
De Sanctis della seconda scuola si occupò di Manzoni (1871-72), della Scuola
liberale (1872-73), della Scuola democratica (1873-74) ed infine dell'opera
deH'amatissimo Leopardi (1875-76). Individuare le motivazioni "educative" poste a
fondamento delle lezioni, significa capire la scelta degli argomenti, le proposte
linguistiche e l'impostazione metodologica del suo lavoro di critico militante.
Polemico nei confronti dell'insopportabile dottrinarismo gesuitico, ebbe
consapevolezza di un irrimediabile tramonto delle proposte del purismo; esemplare
era stata la ricostruzione autobiografica degli anni della formazione trascorsi presso la
scuola del Puoti e la sua successiva svolta linguistica nel celebre saggio dedicato solo
come pretesto alle Lezioni di storia di Ferdinando Ranalli nel 1868 76 . Avversario del
freddo accademismo. De Sanctis, appena reduce dalla conclusione della Storia,
ritenne di riaffrontare sul piano di una acuta riflessione idealistica il difficile
problema del rinnovamento degli studi universitari e dei suoi rapporti sia con la
costruzione della identità nazionale sia con la ricerca scientifica.
"Le università italiane oggi sono come tagliate fuori del movimento nazionale,
senz'alcuna azione sullo Stato che si dichiara essere neutro, e con piccolissima azione
sulla società, di cui non osiamo interrogare le viscere. Divenute fabbriche di avvocati,
di medici e d'architetti, se intenderanno questa missione della scienza odierna, se
usando la libertà che loro è data, affronteranno problemi attuali e taglieranno sul vivo,
se avranno l'energia di farsi esse capo e guida di questa restaurazione nazionale,
ritorneranno, quali erano un tempo, il gran vivaio delle nuove generazioni, centri
viventi e irraggianti dello spirito nuovo" 77 .
Nelle lezioni dei due corsi dedicati rispettivamente alla Scuola liberale (23
lezioni) e alla Scuola democratica (13 lezioni), raccolte dall'allievo Francesco Torraca
e pubblicate di volta in volta sulle pagine del quotidiano napoletano "II Roma",
rintracciamo lo sforzo di coniugare la formazione culturale ad una partecipazione
positivamente "faziosa" alla società italiana.
Il suo è uno sguardo rivolto alla individuazione ed interpretazione delle tendenze
intorno alle quali si riunirono scrittori, poeti e pensatori della prima metà del secolo
74
F. DE SANCTIS, La scuola, in L'arte, la scienze e la vita, cit, pp. 305-6.
75
F. DE SANCTIS, Saggio critico su Petrarca, a cura di Ettore Bonora, Bari, Laterza,
1954,p.17.
76
F. DE SANCTIS, L’ultimo dei puristi, in id.,Saggi critici. II, a cura di Luigi Russo, Bari
Laterza, 1979’, pp. 245-74.
77
F. DE SANCTIS, La scienze e la vita, cit., pp. 339-40.
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