Atti dei seminari di studi desanctisiani - Morreseemigrato.Ch
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L'Irpinia come spazio della memoria e dell'impegno<br />
nell'opera <strong>di</strong> Francesco De Sanctis<br />
PROF. TONI IERMANO UNIVERSITÀ DI CASSINO<br />
Povero Distretto, in cui fa ancora impressione l’esser<br />
Principe <strong>di</strong> Teora e l’esser Cavalier Cappa!<br />
F. De Sanctis, Lettera al padre Alessandro (marzo 1848|<br />
<strong>Ch</strong>i scrive Memoria, non si contenta <strong>di</strong> porgere allo storico la<br />
nuda materia, ma lo previene e gli mostra la via da tenere.<br />
F. De Sanctis, Lezione (1842-43)<br />
Il poeta Franz. Hellens nei suoi Documents secrets riferisce una preghiera <strong>di</strong><br />
Holderlin: "Non cacciate troppo presto l'uomo dalla capanna in cui ha passato la sua<br />
infanzia". Commentando questa citazione Caston Bachelard, uno <strong>dei</strong> filosofi che più<br />
in profon<strong>di</strong>tà ha segnato la ricerca filosofica del Novecento, ha acutamente scritto:<br />
"La casa natale - perduta, <strong>di</strong>strutta, demolita rimane l'abitazione concreta per le<br />
nostre réveries sull'infanzia. I rifugi del passato accolgono e proteggono le nostre<br />
réveries" ' 23<br />
Gli scritti autobiografici <strong>di</strong> Francesco De Sanctis - Un viaggio elettorale e La<br />
Giovinezza - rappresentano, in un combinato miscuglio psicologico <strong>di</strong> memoria ed<br />
immaginazione, la storia <strong>di</strong> un intenso legame intellettuale ed umano esistente tra il<br />
grande critico e la sua terra natale; l’Irpinia desanctisiana è la conseguenza <strong>di</strong> una<br />
geografìa interiore costituita da un insieme <strong>di</strong> luoghi e volti affidati alla murmurante<br />
méntoire.<br />
Morra è il granaio <strong>dei</strong> ricor<strong>di</strong>, il luogo della remota stagione dell'infanzia, <strong>di</strong> un<br />
archetipo perduto <strong>di</strong> felicità che continua ad esistere in quanto materia vivente <strong>di</strong> un<br />
racconto permeato però <strong>di</strong> melanconia ma anche <strong>di</strong> tenerissime sensazioni. Si pensi<br />
alla forza rievocativa <strong>di</strong> immagini risalenti a circa cinquant'anni prima che nel vecchio<br />
De Sanctis non hanno mai perso vigore:<br />
"Venne il settembre e zio veggendomi così scheletrico, volle farmi bere un po'<br />
d'aria nativa. Andammo zio Pietro, Giovannino ed io. Non sapevo <strong>di</strong> amar tanto il mio<br />
paese. Quando <strong>di</strong> sopra la via nuova vi<strong>di</strong> un mucchio <strong>di</strong> case bianche, mi sentii<br />
ricercare le fibre, non so che nuovo mi batteva il cuore" 24<br />
Per De Sanctis il suo borgo natio, cosi come ogni immagine dell'infanzia, "è il più<br />
vivo <strong>dei</strong> tesori" che continua ad essere un rifugio ideale e favoloso per accogliere e<br />
riparare le fantasticherie <strong>dei</strong> suoi ricor<strong>di</strong>. Morra Irpino, un piccolo paese nascosto e<br />
<strong>di</strong>menticato tra i monti dell'Appennino meri<strong>di</strong>onale, rappresenta una vera e propria<br />
atmosfera: la casa paterna, le strettole, i palazzi <strong>dei</strong> signori, le chiese, i suoi preti, i suoi<br />
dotti sono oggetto <strong>di</strong> una trasposizione letteraria; la realtà <strong>di</strong>venta spazio semiotico 25 .<br />
23<br />
G. BACHELARD. La poetica della rèverie. trad. ital. <strong>di</strong> G. Silvestri Stevan. Bari. Dedalo.<br />
1987'. p. 147.<br />
24<br />
F. DE SANCTIS, lui Giovinezza. Memorie postume seguile da testimonianze biografiche <strong>di</strong><br />
amici e <strong>di</strong>scepoli, a cura <strong>di</strong> Gennaro Savarese. Torino, Einau<strong>di</strong>, 1972, p. 33. : (5) ivi, p. 37.<br />
25<br />
Cfr. sull'argomento il classico testo <strong>di</strong> M. BLANCHOT. Lo spazio letterario. Con un saggio<br />
<strong>di</strong> Jean Pfeiffer e una nota <strong>di</strong> Guido Neri, trad. ital. <strong>di</strong> G. Zanobetti, Torino. Einau<strong>di</strong>. I975<br />
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