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Atti dei seminari di studi desanctisiani - Morreseemigrato.Ch

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Mazziniani, MCMLXXI: “Il De Sanctis fu un moderato. Quando scese dal limbo della<br />

cultura storica e letteraria e prese ad interessarsi <strong>di</strong> politica - e più come educatore<br />

politico che come praticante della politica - fu decisamente unitario ma in senso<br />

monarchico e non repubblicano e, pure partecipando alla sottoscrizione per il Partito<br />

d’Azione, rimase tra Cavour e Mazzini ... Dopo il 1860 si definì meglio il patriottismo<br />

<strong>di</strong> Francesco De Sanctis: antiborbonico sì; seguace, almeno nell’ideologia innovatrice,<br />

<strong>di</strong> Giuseppe Garibal<strong>di</strong> (nel cui nome prese a Napoli, come Ministro della PI., a<br />

rior<strong>di</strong>nare l’Università); liberale sincero; ma tuttavia sostenitore del Plebiscito<br />

unificatore. La sua posizione può essere detta eclettica, oscillante tra la destra liberale<br />

e la sinistra garibal<strong>di</strong>na e fu proprio per questa me<strong>di</strong>età moderata che, mentre il<br />

Cavour e i suoi consiglieri prescelsero il De Sanctis come rappresentante del<br />

Mezzogiorno e gli affidarono, ancora, la Pubblica istruzione, Mazzini ed i mazziniani<br />

in genere usarono bollarne gli atteggiamenti <strong>di</strong> compromesso, fino a <strong>di</strong>re che, seguace<br />

del juste milieu non era, in fondo, “né carne né pesce”.<br />

La moderazione politica del De Sanctis fu altresì ragione dell’alterna fortuna<br />

parlamentare che tenne <strong>di</strong>etro alle sue can<strong>di</strong>dature: eletto prima, quin<strong>di</strong> respinto, fu<br />

rieletto quando le vicende del Regno furono consolidate proprio nella me<strong>di</strong>età da lui<br />

auspicata” 4 .<br />

Nel movimento della “Sinistra giovane” convogliarono, dunque, i motivi<br />

dell’opposizione della piccola borghesia meri<strong>di</strong>onale che rimproverava agli uomini<br />

della Destra <strong>di</strong> preoccuparsi esclusivamente della Nazione in astratto e <strong>di</strong> trascurare i<br />

gravi e numerosi problemi dell’Italia particolare e regionale.<br />

Tra il 1860 e il 1867 il De Sanctis maturò sempre più il suo <strong>di</strong>stacco dalla vecchia<br />

maggioranza parlamentare e definì la giovane Sinistra come quell’ala contestatrice che<br />

nel 1865 gettò giù la cosiddetta consorteria e venne alla Camera a protestare contro la<br />

cattiva amministrazione. La sopravvenuta me<strong>di</strong>azione del trasformismo del Depretis,<br />

con il poco felice intervento del Minghetti, neutralizzò ogni opposizione e indusse alla<br />

degenerazione del costume politico “allorché, per opportunità, si volle ricercare nei<br />

patteggiamenti <strong>di</strong> un aberrante tatticismo una base parlamentare, al <strong>di</strong> sopra <strong>dei</strong><br />

rispettivi programmi, in quell’embrassons nous o conciliatorismo ad ogni costo<br />

accentuato dal <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> Stradella, paragonato dal Plebano ad un attaccapanni cui<br />

ognuno “poteva comodamente appendere il proprio cappello” 5 .<br />

Quando il movimento, cui il De Sanctis aveva dato la sua piena adesione, si<br />

convertì, per “confusione degli spiriti”, in una delusione, egli si accinse a compiere un<br />

esame <strong>di</strong> coscienza, chiarendo anche la sua posizione nell’appen<strong>di</strong>ce alla conferenza<br />

su Zola e l’Assommoir (1879):<br />

“Il mio temperamento non mi ha reso mai inchinevole a opinioni estreme. Sotto le<br />

4 Al Congresso Internazionale <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> <strong>desanctisiani</strong>, svoltosi a Napoli nei primi giorni <strong>di</strong><br />

ottobre 1977, sullo stesso argomento è tornata Emilia Morelli, dell’Università <strong>di</strong> Roma, che ha<br />

esaminato in particolare gli accenni mazziniani negli scritti del De Sanctis, ricordando le<br />

mirabili pagine che rappresentano la prima valutazione in sede storica dell’incidenza <strong>di</strong><br />

pensiero del “precursore” (così De Sanctis definisce Mazzini) sulla formazione dello Stato<br />

italiano. (Cfr. E. MORELLI, De Sanctis e il mazzinianesimo, in “<strong>Atti</strong> del Convegno De<br />

Sanctis e il realismo”, Napoli, Giannini, 1978, voi. II, pp. 1445-1460).<br />

5 G. MALCANGI, cit., p. 24 s.<br />

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