09.06.2013 Views

Atti dei seminari di studi desanctisiani - Morreseemigrato.Ch

Atti dei seminari di studi desanctisiani - Morreseemigrato.Ch

Atti dei seminari di studi desanctisiani - Morreseemigrato.Ch

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

una storia della letteratura italiana senza guardare ai rapporti continui, all’interferenza,<br />

agli scambi con le letterature <strong>di</strong> tutta Europa e poi nel ‘900 anche con quelle<br />

dell’America. Per questo, e non solo perché abbiamo alle spalle un grande modello<br />

come quello <strong>di</strong> De Sanctis, occorre mantenere quel tratto specifico della nostra scuola,<br />

costituito da un’attenzione all’intero percorso della tra<strong>di</strong>zione letteraria nazionale;<br />

naturalmente ciò non significa che occorra stu<strong>di</strong>are dettagliatamente tutti gli autori<br />

maggiori e minori, che occorra vedere tutti i particolari delle <strong>di</strong>verse situazioni<br />

storiche. Il tutto va preso cum grano salis: ma è importante mantenere un senso vivo<br />

del legame tra la nostra lingua e la nostra identità nazionale. E per mantenere questo<br />

senso vivo del nesso tra lingua, letteratura e identità nazionale, De Sanctis resta<br />

naturalmente riferimento determinante, essenziale.<br />

Non posso ora passare in rassegna certi saggi e interventi su De Sanctis che si<br />

sono elaborati a partire dagli anni ‘60: ma sarebbero da vedere le motivazioni (queste<br />

sì, spesso, davvero ideologiche) <strong>di</strong> tante riserve al nostro grande autore. Sarebbe in<br />

fondo <strong>di</strong> non trascurabile interesse un vero e proprio <strong>seminari</strong>o sull’antidesanctisismo<br />

del secondo ‘900: in prospettive politiche anche molto <strong>di</strong>verse, in certi momenti anche<br />

legati a determinate tendenze della nuova sinistra intorno al ’68, ma poi attraverso<br />

scelte del tutto <strong>di</strong>verse, che può avere una qualche utilità politico-culturale indagare<br />

nelle loro sotterranee ragioni, nel loro variegato rifiuto del nesso desanctisiano<br />

letteratura-identità nazionale e nella spesso acida <strong>di</strong>ffidenza verso quella ra<strong>di</strong>ce<br />

risorgimentale.<br />

Sapete che oggi da molte prospettive politiche, sia da prospettive <strong>di</strong> particolarismo<br />

localistico, che da aspirazioni neosanfe<strong>di</strong>stiche, viene <strong>di</strong> nuovo sottoposta a critica<br />

tutta la vicenda del Risorgimento italiano: e in questa contestazione del Risorgimento<br />

naturalmente De Sanctis è inevitabilmente chiamato in causa. Il suo capolavoro, la<br />

Storia della letteratura italiana, è una riflessione su tutta la passata identità letteraria<br />

italiana, dal punto <strong>di</strong> vista <strong>di</strong> un presente (quel presente che nel suo intervento<br />

chiamava in causa appunto Palumbo), che non può non coincidere con la vicenda del<br />

Risorgimento. Se il Risorgimento che ha avuto delle contrad<strong>di</strong>zioni tremende, ha<br />

creato pure delle situazioni <strong>di</strong>storte, ha negato certe ra<strong>di</strong>ci, presupposti determinanti <strong>di</strong><br />

certe culture locali, non possiamo però liquidarlo come oggi viene fatto da vari punti<br />

<strong>di</strong> vista: non lo possiamo liquidare perché liquidarlo significa allontanarci dall’Europa;<br />

rifiutare le basi che esso ha posto per l’Italia moderna significa porsi su <strong>di</strong> una strada<br />

che ci allontana dall’Europa. De Sanctis non è solo un grande scrittore e un grande<br />

critico italiano, ma è un grande scrittore e un grande critico europeo: e purtroppo la<br />

stessa cultura europea l’ha riconosciuto molto tar<strong>di</strong>: fino alla Storia della critica<br />

moderna <strong>di</strong> René Wellek (che Della Terza conosce benissimo, come ha conosciuto <strong>di</strong><br />

persona l’autore), fino a quell’opera scritta e pubblicata negli Stati Uniti d’America,<br />

ma da una prospettiva che è quella della cultura europea, fino a quell’opera, <strong>di</strong>cevo,<br />

non c’è stato un riconoscimento internazionale abbastanza forte del valore dell’opera<br />

<strong>di</strong> De Sanctis. Wellek nella Storia della critica moderna <strong>di</strong>ce che quella <strong>di</strong> De Sanctis<br />

è la più bella storia letteraria che sia mai stata scritta: e questo non significa soltanto<br />

fissare un valore del passato, ma può costituire uno stimolo per interrogarci sull’uso<br />

che ne possiamo fare oggi, ed ancor più sull’uso che possiamo fare oggi della<br />

letteratura e della storia letteraria in genere.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!