Atti dei seminari di studi desanctisiani - Morreseemigrato.Ch
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parlamentari che bloccano i processi riformatori. "Si trattava allora della<br />
riforma <strong>di</strong> contabilità, <strong>di</strong> quella fiscale, degli organici, del decentramento,<br />
dell'economia e del bilancio", problemi non troppo <strong>di</strong>ssimili da quelli <strong>di</strong><br />
sempre. Qualche cosa - ammetteva - si è fatto, ma molte <strong>di</strong> quelle riforme che<br />
proponeva la Commissione <strong>di</strong> bilancio rimangono ancora un desiderio. "Non è<br />
l'intelligenza che è mancata all'antica Camera, è mancato il vigore<br />
dell'esecuzione; e perché - ci si domanda - perché le lotte politiche hanno tolto<br />
il tempo alle riforme amministrative, perché nessun ministero è durato tanto (-<br />
c'era anche allora il problema della durata <strong>dei</strong> governi! -) da compiere e attuare<br />
tutto il suo programma, perché le <strong>di</strong>scussioni interminabili, le interpellanze<br />
infinite, perché i ministeri uscenti da certi gruppi della maggioranza ed<br />
insi<strong>di</strong>ati da certi altri non hanno avuto l'autorità e la forza <strong>di</strong> spezzare tutti gli<br />
ostacoli, che alle riforme oppongono gli interessi coalizzati, la resistenza<br />
passiva, la rilassatezza delle amministrazioni". Un altro problema che egli<br />
affrontò e che dopo centoventi anni <strong>di</strong> storia unitaria non si può certo <strong>di</strong>re che<br />
sia stato risolto, per l'eterno ambiguo oscillare <strong>dei</strong> governanti tra liberismo e<br />
<strong>di</strong>rigismo, è quello della tassazione così come lo si deve impostare in un<br />
regime autenticamente liberale. Egli scrive: 62 "io non posso affermare la<br />
legittimità <strong>di</strong> un programma elettorale" - riportava un programma elettorale del<br />
1865 "Vi parteciparono le illusioni <strong>di</strong> quelli che promettono il pareggio con<br />
l'aumento delle imposte perché le imposte hanno un limite nella possibilità <strong>dei</strong><br />
contribuenti, e quando il limite è oltrepassato non si colpisce più la ren<strong>di</strong>ta, si<br />
attacca il capitale e si arresta la produzione. Ricchezza nazionale e imposte lo<br />
comprendo, povertà nazionale e imposte non lo comprendo più. E ugualmente<br />
<strong>di</strong>sapprovo quegl'impostori che gridano contro le imposte. Io vi <strong>di</strong>co quello<br />
che deve <strong>di</strong>re ogni uomo onesto: sgraviamo al possibile le basse classi ai<br />
centesimi ad<strong>di</strong>zionali, cancelliamo le ingiuste esenzioni e rispettiamo la<br />
giustizia <strong>di</strong>stributiva, sopprimiamo tanti regolamenti che peggiorano le leggi" -<br />
anche allora c'era questo problema -, "tante formalità, tanti arbitrai, tante<br />
o<strong>di</strong>ose <strong>di</strong>suguaglianze, leggi uguali per tutti, giustizia per tutti, e pagheremo le<br />
tasse senza mormorii".<br />
Qui c'è un accenno ai regolamenti che sogliono peggiorare la legge e che<br />
poi rappresentano il potere o strapotere prevaricante della burocrazia sul<br />
legislativo!<br />
"La moralizzazione della vita pubblica" - altro tema <strong>di</strong>venuto oggi, più<br />
che scottante, incandescente, era il suo primo obiettivo fin da quando, inviato<br />
da Garibal<strong>di</strong> ad Avellino come Governatore del Principato Ultra, promosse un<br />
famoso proclama al popolo irpino, nel quale - alludendo appunto ai meto<strong>di</strong> del<br />
governo borbonico - <strong>di</strong>ceva: "Le vie <strong>di</strong>ritte non spuntavano, il merito <strong>di</strong>venuto<br />
un titolo <strong>di</strong> esclusione, l'onestà derisa come imbecillità".<br />
62 Notate il passo che segue del De Sanctis, sembra scritto proprio oggi per il Governo Monti.<br />
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