Atti dei seminari di studi desanctisiani - Morreseemigrato.Ch
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Agli amici dell'Alta Irpinia per l'inaugurazione<br />
del Parco Letterario Francesco De Sanctis<br />
PROF. ANTONIO LA PENNA UNIVERSITÀ DI FIRENZE<br />
L'iniziativa <strong>dei</strong> Parchi Letterari mi riesce molto nuova: quin<strong>di</strong> mi riesce molto<br />
<strong>di</strong>fficile, non <strong>di</strong>co dare consigli (sarebbe, da parte mia, una sciocca pretesa), ma anche<br />
farmene un'idea ed esprimere giu<strong>di</strong>zi.<br />
Il termine Parco Letterario potrebbe far pensare ad una specie <strong>di</strong> Arca<strong>di</strong>a del 2000,<br />
aperta ai problemi dell'ecologia e a iniziative turistiche. Molto attraente: non pochi,<br />
stressati dai tanti impegni e dalle tante <strong>di</strong>fficoltà, soffocati dall'inquinamento delle<br />
città, vorrebbero poter <strong>di</strong>re: Et in Arca<strong>di</strong>a ego; ma, poiché questo Parco porta il nome<br />
<strong>di</strong> Francesco De Sanctis, che nell'Arca<strong>di</strong>a vedeva uno <strong>dei</strong> vizi dell'Italia<br />
prerisorgimentale, la nostalgia ddl'Arca<strong>di</strong>a si <strong>di</strong>ssipa per dar luogo alla <strong>di</strong>agnosi delle<br />
nostre carenze e all'operoso impegno per porvi rime<strong>di</strong>o.<br />
<strong>Ch</strong>e il Parco Letterario porti, nell'Alta Irpinia, il nome <strong>di</strong> F. De Sanctis è giusto, ma,<br />
coi tempi che corrono, non è tanto scontato. Nonostante l'ondata, proveniente dalla<br />
Francia, del postmoderno ve<strong>di</strong>amo da ogni parte agitata la ban<strong>di</strong>era della<br />
"modernizzazione": si tratta, spesso, <strong>di</strong> uno slogan ideologico, sotto cui si nasconde un<br />
vuoto <strong>di</strong> programmi precisi e, soprattutto, <strong>di</strong> valori: per es., sotto l'impeto della<br />
modernizzazione si sta <strong>di</strong>struggendo ciò che resta della nostra scuola. Credo che<br />
richiamarsi al nome <strong>di</strong> De Sanctis significa anche valorizzare la tra<strong>di</strong>zione storica<br />
come fonte <strong>di</strong> ispirazione, <strong>di</strong> impegno civile e morale, <strong>di</strong> valori e resistere ad un<br />
processo <strong>di</strong> <strong>di</strong>struzione della storia che sta invadendo la nostra cultura e, pre<strong>di</strong>cando<br />
l'appiattimento sul presente e sul quoti<strong>di</strong>ano, ci sta portando al più misero <strong>dei</strong><br />
pragmatismi. Richiamarsi a De Sanctis significa far proprio un modello <strong>di</strong> intellettuale<br />
che si nutre <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zioni culturali italiane ed europee, come l'umanesimo, il<br />
pensiero libero e ribelle <strong>di</strong> Giordano Bruno e <strong>di</strong> altri filosofi italiani, l'illuminismo, il<br />
romanticismo, l'idealismo hegeliano ecc., e nello stesso tempo è attentissimo ai<br />
problemi politici e culturali del presente, ai nuovi bisogni etici ed economici della<br />
società; in età avanzata, quando molti intellettuali tendono a chiudersi in se stessi e a<br />
rifiutare ogni esigenza <strong>di</strong> mutamenti più o meno ra<strong>di</strong>cali (ciò accadde, per es., anche a<br />
Benedetto Croce), De Sanctis si aprì al nuovo che maturava nel realismo letterario, nel<br />
progresso scientifico e tecnico, nel positivismo; non per caso questo orientamento del<br />
De Sanctis è stato valorizzato dalla cultura gramsciana.<br />
È ovvio che l'ere<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> Francesco De Sanctis va molto al <strong>di</strong> là dell'Irpinia; in<br />
quest'occasione non è necessario <strong>di</strong>scutere <strong>di</strong> nuovo sulla portata e sul senso <strong>di</strong><br />
quell'ere<strong>di</strong>tà; mi pare, invece, opportuno ricordare la vitalità e il significato che<br />
l'attaccamento alla tra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> De Sanctis ha nella cultura locale dell'Irpinia: è<br />
opportuno ricordarlo in una fase storica in cui noi siamo ossessionati dalla<br />
globalizzazione dell'economia, della politica, della cultura.<br />
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